Da una recente statistica si è appurato che la metà dei Comuni italiani ha iniziato il 2025 senza aver approvato un qualsiasi bilancio di previsione.
Ma come si fa a gestire una qualsiasi impresa senza avere un bilancio a cui riferirsi nel decidere le spese?
Lo sa ogni imprenditore, ma anche ogni condominio, ogni piccola attività decidono come comportarsi sulla base di un bilancio di previsione, di un’idea di come utilizzare le risorse.
Le famiglie stesse lo fanno; tutti tranne i Comuni, soprattutto quelli del Meridione in cui solo 1 su 4 presenta bilanci di previsione.
È questo uno dei motivi per cui i progetti non vanno avanti, i fondi comunitari restano inutilizzati. Del resto è ctutto ciò è comprensibile: tanti piccoli comuni che faticano a tirare avanti con pochi fondi, con personale poco specializzato come fanno a redigere un bilancio in tempo utile?
Un rimedio però ci sarebbe: quella fusione tra Comuni che permetterebbe di ridurre il loro numero da 7000 a poche migliaia creando strutture più efficienti e meno costose.
Ma si sa che lasciare tutto questo alla volontà dei singoli è difficile: si perdono posizioni di consenso e di potere.
Sarebbe sufficiente fare come la vicina Svizzera: libertà di fondersi sino a una certa data, poi interviene d’autorità lo Stato. In questo modo in Canton Ticino i comuni sono passati da 217 a 106 senza creare problemi o proteste.
di Angelo Gazzaniga