Non occorre un’altra riforma costituzionale per abolire un ente inutile come il Cnen: non costa molto, è vero, ma è un esempio da dare.
Tra i tanti enti semisconosciuti che esistono in Italia, uno è assurto agli onori della cronaca con il referendum: il CNEL, di cui si proponeva l’abolizione.
Fu istituito dal Padri Costituenti (art 99 della Costituzione) con uno scopo ben preciso: quello di essere un organo di mediazione tra imprese e lavoratori. Figlio di una visione opposta a quella liberale (secondo cui sono il mercato, il libero scambio a gestire gli equilibri economici e non il dirigismo corporativo) è stato attuato con una legge del 1957 e da allora ha vivacchiato nell’inutilità e nell’indifferenza: ha prodotto centinaia di pareri che pochi hanno letto e nessuno ha preso in considerazione e 14 proposte di legge, mai arrivate in Parlamento.
Non costa molto: una trentina di milioni tra cui le spese di manutenzione di villa Lubin (la sfarzosa sede di Roma), gli stipendi dei 70 impiegati e i compensi dei 65 membri.
Una goccia nel mare delle spese statali, ma una spesa inutile come tantissime altre.
Al di là delle retoriche e roboanti dichiarazioni dei membri che hanno commentato il loro salvataggio con un “il popolo ci vuole”, quel popolo che ha votato al referendum probabilmente senza neppure sapere cos’è il CNEL, ci sono le giustificazioni addotte al mantenimento (la villa Lubin va comunque mantenuta, i dipendenti dovranno essere presi in carico da altri enti): considerazioni che abbiamo già sentito tante, troppe volte, e che, se accettate, dovrebbero giustificare la permanenza degli enti inutili in eterno…
In verità grandi o piccoli che siano gli enti inutili vanno soppressi, la “foresta pietrificata” va disboscata, altrimenti mai riusciremo ad avere un’amministrazione pubblica trasparente ed efficiente.
Come farlo: non servono, come si è visto, referendum costituzionali attorno a cui si sviluppa una battaglia politica e una guerra ideologica, sarebbe sufficiente una sola, semplice legge abrogativa approvata da due terzi del Parlamento: chi si opporrebbe all’eliminazione di un ente palesemente inutile?
Ma che sia troppo semplice per la politica italiana?
di Angelo Gazzaniga