In Italia, come ogni anno del resto, in autunno inizia la battaglia per le pensioni.
Chi vuole ridurre l’età pensionabile, chi vuole ridurre gli anni di lavoro necessari per arrivare alla pensione, chi vuole ridurre la percentuale di aggiornamento all’inflazione; tutti cercano di trovare un modo per ridurre la durata del periodo lavorativo senza danneggiare i conti.
Ma nessuno cita o considera le cifre delle statistiche o fa confronti con gli altri stati di quell’Europa di cui facciamo parte.
Se infatti ponessimo una sguardo alle statistiche (nella foto) vedremmo come l’Italia è il paese in cui si lavora meno prima della pensione (32.8 anni effettivi) contro i 36.9 della media europea: il problema dovrebbe essere quindi quello di lavorare di più e non di meno?
Ma, dato che si parla di una media generale, sorge anche il dubbio che ci sia un problema di come il singolo cittadino vada in pensione: c’è chi dovrebbe lavorare sino a 70 anni e chi gode della pensione per 30 anni!
Non è tanto un problema di età in generale quanto di sperequazioni trai singoli casi..
Ma resta la domanda di fondo: perché in Italia si parla tanto senza mai guardare le cifre, tranne quelle dei sondaggi, cercando sempre il consenso anziché la soluzione dei problemi?
Restando che la soluzione dovrebbe essere quella da sempre proposta da Libertates (vedi sul sito Libertates.com):
che ognuno possa andare in pensione quando vuole, come vuole e con la pensione che vuole, la vera soluzione liberale.
di Angelo Gazzaniga