Testimonianza raccolta da Alessandro Prisco.
Ecco una storia semplice quanto “diretta”: l’esperienza di un piccolo artigiano che ha perso tutto con la pandemia raccontata con le sue parole
Mi chiamo Michele, ho quarant’anni e sono un piccolo artigiano che mostra e vende i propri oggetti nei mercatini di Milano e provincia. Sono sposato e ho tre figli rispettivamente di 13,8, 3 anni.
Vivo in un modesto appartamento a Milano e convivo anche con mia suocera rimasta vedova 4 anni fa.
Fino all’anno scorso nonostante la crisi finanziaria riuscivo a mantenere la mia famiglia in modo decoroso.
Poi alla fine di Gennaio di quest’anno questa maledetta pandemia ha messo in discussione tutto quello che mi ero, con mille sacrifici, costruito.
Nella prima ondata sono rimasto a casa, i mercatini chiusi, mi sono inventato idraulico ed elettricista e così con lavoretti saltuari riuscivo a portare a casa qualche soldo.
Mia moglie, che spesso mi aiutava nel lavoro alla bancarella, ha trovato dei lavoretti di pulizie e stiratura. Ma i soldi erano pochi e le poche comodità che mi permettevo erano finite.
E così per diversi mesi.
Una speranza si era accesa nel mese di Luglio quando abbiamo potuto, dopo varie traversie burocratiche, riprendere i tradizionali mercatini, e questo fino ad Ottobre.
Poi la luce si è spenta un’altra volta.
Da Novembre siamo di nuovo disoccupati.
I bambini si alternano a scuola e per fortuna c’è la presenza di mia suocera che fa da baby sitter.
I miei lavoretti e quello di mia moglie si sono diradati.
I sostegni arrivano con il contagoccie.
Ho cominciato a non poter pagare l’affitto a scadenza. E nemmeno le bollette.
Ora se non riprendo i mercatini sono anche disposto ad un gesto estremo.
Non lo faccio pensando ai miei figli.
Certamente la distrazione delle Istituzioni non mi aiuta!
Quello che fa più male sono le disparità di trattamento: mentre chi lavora da artigiano autonomo non riesce a superare la crisi, i dipendenti statali ricevono uno stipendio sicuro (in molti casi, ad esempio nella giustizia, addirittura restando a casa) e adesso scioperano perché gli aumenti ottenuti non sono sufficienti
di Alessandro Prisco