La recensione di uno dei migliori giallisti del nord
Questo è uno dei due romanzi scritti da Henning Mankell, scrittore e giallista tra i più bravi della Svezia. E’ morto l’anno scorso, dopo aver dato alle stampe le sue memorie. Il romanzo s’intitola “Stivali di gomma svedesi” (Marsilio, 425 pag., 19,50 euro) E’ la tormentata storia del settantenne Fredrick, medico in pensione che anni prima si è rifugiato nella villa dei nonni in un isolotto dell’arcipelago svedese. Una notte si sveglia di soprassalto per un calore eccessivo. S’accorge che la sua casa è in fiamme. Esce in tempo. Da quel momento vive alla meno peggio nella roulotte a fianco. Va e viene, con la barca a motore, dal suo a un altro isolotto dove ci sono negozi e persone. Lì tiene parcheggiata la sua auto. La perdita della casa lo getta in uno stato di sconforto, ma non di rassegnazione. Fa fatica a spiegare alla polizia di non essere lui l’incendiario. Si sente e si vede con la figlia Louise, conosciuta quando lei era sui venticinque anni. Frequenta la trentenne Mudin, giornalista locale, verso la quale sente attrazione. Sarà un rapporto ambiguo che tuttavia lo avvia verso una strana stagione del desiderio. Altre due case sono state bruciate. Da un piromane. Fredrick si sente allora “assolto” da quell’orrenda accusa. Sarà proprio lui a scoprire, con grande stupore, l’identità del piromane. Aspettando che le cose si chiariscano, va dalla figlia a Parigi: Louise è nei guai. Il padre scopre che vive tra gli stenti accanto al suo compagno arabo e che, soprattutto, è incinta. Tra padre e figlia (borseggiatrice, scorbutica, riservatissima) si dilata il filo della reciproca comprensione. In ogni caso Fredrick continua a dialogare con la propria “vecchiaia”. E Mankell scava in quel morboso rapporto con considerazioni argute e condivisibili. Un settantenne comincia a rendersi conto di camminare tra persone più giovani, avverte la perdita dell’elasticità fisica. Scopre la vulnerabilità. I suoi sogni e i suoi ricordi vitalizzano la sua memoria di bambino. Ma gli anni grigi diventano un freno automatico (che in teoria non avrebbe voluto azionare) con la molto più giovane e bella giornalista. L’altalena delle emozioni si svolge sullo sfondo dell’affascinante paesaggio nordico, sempre più abitato da anziani e destinato forse a essere meta per gente solitaria e per immigrati. Il grigio e il biancore della neve si alternano. Come in tutte le esistenze.
di Pier Mario Fasanotti