Margolis, il gentista russo che parla alla cellule (e ama Obama)

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genetista
Chi è Margolis? Un ritratto non solo scientifico ma anche politico

A Enrico Fermi è stato chiesto una volta se avrebbe scelto ancora la fisica, nel caso avesse potuto ricominciare tutto daccapo. Fermi rispose che si sarebbe invece buttato sulla biologia. Evidentemente aveva l’impressione che l’epoca da lui vissuta era stata un periodo d’oro per la fisica, mentre si stava per aprire un’epoca ricca di scoperte nella biologia.
E’ il passo che ha fatto Leonid Margolis, direttore di ricerca ai National Institutes of Health degli USA, già studente di matematica e fisica all’Universita’ Statale di Mosca negli anni sessanta del secolo scorso. Margolis e’ anche professore di bioingegneria e bioinformatica alla Lomonosov, cioè alla sua alma mater. Gli emigranti illustri dall’ex-URSS conservano sempre un legame con la Madre Russia.
Recentemente Margolis ha rilasciato una intervista alla rivista Troitzkii Variant, ripresa dal sito Elementy.ru, piena di spunti interessanti. Parla innanzitutto delle sue ricerche sul virus HIV e sulla lotta all’’AIDS, e anche dell’impressionante budget, di circa 30 miliardi di dollari, degli NIH :’’ Solo 17 anni fa, era il budget totale destinato alla ricerca in tutta la Russia….’. Si tratta di un capitale di rischio, per così dire, riservato alle ricerche di punta, rischiose per definizione. Agli NIH vige anche un controllo burocratico, che agli Americans appare molto pesante. Ma non a uno che a vissuto a lungo nell’ex-URSS…
Gli e’ sempre sembrato interessante capire come le cellule ‘conversano’ fra di loro. Margolis è però parco di spiegazioni sul proprio ‘’trade’’ di genetista ( non assomiglia a Edoardo Boncinelli…).
Non gli piace la ‘’scientometrics’’, cioe’ la tendenza a stabilire dei parametri quantitativi per la misura esatta delle produttività di un ricercatore. E si rammarica per la diffusione di questa pratica nella Russia attuale (Molti si rammaricano della sua scarsa diffusione nel Bel Paese…).
Mentre è contento del fatto che in Russia si sia diffusa la pratica di ricorrere ad un arbitrato terzo e indipendente per l’assegnazione di grant e mega-grant. Per questo ringrazia espressamente il finanziere George Soros, che negli anni del dopo-URSS si è trasformato in filantropo per salvare il salvabile della grande scienza sovietica, con generosità, ma anche con avversione alle pratiche di auto-assegnazione di risorse (Qui vengono in mente le recenti diatribe su Human Technopole ,fra IIT di Genova e le università milanesi….).
Lungo spazio dell’intervista e’ dedicato all’amarcord degli anni di Mosca e all’incontro con il sommo matematico Izrail Gelfand, che aveva anche l’ambizione di diventare il Galileo della biologia. Come il sommo pisano aveva applicato le tecniche matematiche alla investigazione dei processi fisici, così restava da fare anche per i processi biologici naturali. E a tutt’oggi appare una meta lontana.
Così, come lontana appare la definitiva sconfitta del cancro, a cinquant’anni di distanza dalla energica iniziativa di Nixon a favore della lotta ai tumori. Obama ha recentemente rilanciato la sfida a suon di mega-grant, in una dimensione fin qui sconosciuta ( nella quale Margolis si trova benissimo…).

Lanfranco Belloni

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