Che fare con il problema migranti?
Tra le proposte per cercare di risolvere il maggior problema dei nostri tempi: i flussi migratori (una tragedia di proporzioni bibliche che riguarda e probabilmente riguarderà per tanti anni ancora tutti noi) c’è stata anche quella, finora inascoltata, di Libertates.
Una proposta forse visionaria, forse futuribile, però, almeno in parte, concreta e ragionevole: realizzare dapprima centri di accoglienza e riconoscimento (gli ormai famosi Hotspots) direttamente presso i Paesi di origine, poi aiutare questi Paesi a risolvere direttamente sul posto i problemi che danno origine a queste migrazioni.
Appena sono state presentate proposte in questo senso, anche se più limitate e per ora solo a livello di progetti e slogan (genere in cui noi italiani siamo imbattibili…) si sono scatenate le proteste più vibrate e veementi.
Monsignor Galantino ha definito il progetto di identificare i profughi direttamente sulle navi anziché a terra (un primo quanto debole passo verso l’idea di Libertates) come un’inaccettabile violazione dei diritti della persona. Per questa visione terzomondista sarebbe forse meglio per i migranti affrontare viaggi di anni in mano ad autentici mercanti di uomini e scafisti senza scrupoli per poi arrivare senza alcun limite o controllo in Europa? Per mantenerli poi come?Tutti sappiamo bene che la capacità di accoglienza e assorbimento ha un limite, anche per i Paesi più ricchi, oltrepassato il quale il problema diviene ingestibile.
La maggioranza degli Stati della Ue ha opposto ogni tipo di difficoltà e distinguo alla proposta di un maxi prestito ai Paesi più poveri dell’Africa. Forse preferiscono chiudersi dentro i loro muri, le loro idee xenofobe, convinti di difendere in questo modo il loro benessere e le loro certezze: benessere e certezze costruite anche sulle migliaia di loro simili morti di stenti o annegati…
Che ci sia un complotto mondiale contro Libertates, non lo crediamo. Ma che ci sia bisogno di alzare la nostra voce, questo sì.
Angelo Gazzaniga