Una proposta per risolvere il problema dei migranti per mare: ma che ne sarà poi dei migranti respinti?
Al primo posto sta sempre il dramma epocale dell’emigrazione, soprattutto per mare e dalle rive della Libia, che è quello che ci concerne di più, e nello stesso tempo è pure il più nefasto, col maggior numero di morti, mentre le vie di terra attraverso Turchia e Macedonia ecc. sono meno micidiali e più controllabili. Urge mettere a punto qualche forma di intervento, ora, oltre a Salvini e a Monsignor Galantino, ce lo chiede addirittura l’amministrazione Obama.
L’unica possibilità, per i prossimi tempi, mi pare sia quella di istituire una barriera di contenimento, anzi, di respingimento. Forse ormai bisogna osare di entrare nelle acque territoriali libiche, portando le navi europee a intervenire a pochi chilometri da quelle coste impedendo che gommoni e barche colabrodo prendano il largo, costringendole a riportare subito il loro carico sulla terraferma. Chi può impedircelo? Se il governo di Tobruk ha davvero una sua legittimità, si può trattare con esso e farci dare una delega in tal senso, altre autorità sono illegali e dunque violabili, senza che, finché i nostri mezzi restano in mare, possano applicare pericolosi interventi e ritorsioni, come sarebbe se inviassimo una forza di occupazione sul suolo.
Renato Barili