Il buonismo e le associazioni cooperative assisitenzialiste
Il buonismo è un fenomeno eversivo, cari lettori (e, in questo, quel delinquente matricolato di Michele Sindona aveva ragione da vendere nella sua lettera da detenuto inviata nel 1986 dal carcere di Missouri negli States al Presidente Reagan). E c’è da averne paura, nella nostra Italia.
E’, ormai, allo stato dei fatti, fascismo di sinistra -un antichissimo male italiota.
Vediamo di spiegare perché, cominciando dalle parole della cantante Mina: “Il buonismo è l’altra faccia dell’indifferenza. E’ un modo per non esporsi e soprattutto per evitare di andare al centro delle questioni”. Ma c’è di più e di peggio:è un atteggiamento cultural-mentale di inclinazione all’ultra-garantismo nei confronti degli-inalienabili-diritti umani tale per cui “se io ho solo diritti, a che scopo serve che contemporaneamente lavori?”. Ma se non si lavora, la competizione muore e la corruzione trionfa. Un’osservazione già fatta a suo tempo dall’economista Milton Friedman, pessimo per l’America e ottimo per l’Italia a giudicare dalla straordinaria complessità degli accadimenti dell’ultimo trentennio. Sì, in Italia c’è e si è ramificata nel tessuto connettivo della società civile una corrente buonista post-Sessantotto che, complice la Marcia degli Scalzi organizzata in giro per l’Italia dai soliti ben educatiintellettuali del salottismo buono che davano fastidio a Indro Montanelli, punta infine-dopo la disastrosa contro-riforma gattopardesca dell’art. 18 dello Statuto dei Lavoratori che lo rende “intoccabile”-al lassismo tout court nei confronti degli immigrati: Gabriele Adinolfi, fondatore negli Anni di Piombo di Terza Posizione e oggi direttore del Centro Studi Polaris-al netto del suo estremismo reazionario-è un intelligente osservatore della politica italiana; in un’intervista al Giornale.it ha dato del fenomeno buonista un’interpretazione assai originale: “La piaga di Mafia Capitale? La Boldrini e il buonismo verso immigrati e nomadi. Il ruolo di Carminati gonfiato per distrarre l’opinione pubblica”. Alla domanda dell’intervistatore “Cosa ne pensa del fatto che i rom siano stati usati per fini politici e che abbiano influenzato, con il loro voto alle primarie, la scelta del candidato sindaco del Pd?”- “Non è tanto questo a riempirmi di rabbia quanto il fatto che nessuno abbia sottolineato la frase che tutti i telegiornali hanno riportato “gli immigrati rendono più della droga” (Salvatore Buzzi dixit, nda). E’ l’associazionismo assistenzialista la vera piaga. Per ogni immigrato queste organizzazioni “buoniste” si rimpinzano di denaro pubblico e non hanno alcuna remora nel causare disordini sociali né nel vendere la loro mamma a un nano. Se c’è qualcuno che deve dare immediatamente le dimissioni per quello che è emerso a Roma e che nella sua gravità sociale va ben oltre le tangenti dei politici, quella è la Boldrini e non dovrebbe essere la sola. Tutte queste associazioni cooperative che lei tanto decanta dovrebbero essere chiuse immediatamente e bisognerebbe chiedere loro indietro tutto il denaro pubblico che hanno sprecato per creare disperazione”. E privatizzarle, in chiave anti-buonista per favore. Se non ora quando?!
Alexander Bush