Il dirigismo è una brutta malattia, almeno per noi liberali: appare ovunque perché il vero dirigista non può sottrarsi al desiderio sfrenato di interferire nella vite e nelle scelte di chiunque gli capiti a tiro. Ultimo esempio ne è la “#Cartadedicataate”: oltre al particolare che induce una pesante discriminazione tra poveri (ne sono esclusi, chissà perché, gli anziani, chi vive solo senza famiglia, per esempio) introduce un allegato che, se non fosse per la spia di un comportamento pericoloso, sarebbe francamente spassoso.
Infatti si stabilisce che i poveri che utilizzano la carta possono comperare pesce fresco ma non pesce surgelato (che costa infinitamente meno), caffè (forse per farsi coraggio!) ma non camomilla (forse per non deprimersi troppo) e via di seguito con tutto un elenco di prodotti acquistabili o meno.
Ci sarebbe da ridere se non fosse un segno di dirigismo allo stato puro: io ti do soldi ma tu devi mangiare quello che dico io. Seguirà forse una carta per avere abbonamenti gratis alle televisioni con l’obbligo però di vedere solo determinati programmi?
Per un liberale e, comunque, per ogni democratico la situazione andrebbe affrontata in maniera diametralmente opposta: io do un aiuto strutturale e costante (e non una tantum) a tutti indistintamente coloro che sono in situazione disagiata e poi debbo lasciare libertà ad ognuno di spendere quanto ricevuto come meglio crede: se vuole far economia sul cibo per comprarsi un paio di scarpe perché non può farlo?
Senza dimenticare il problema di fondo: compito dello Stato dovrebbe essere quello di creare posti di lavoro e possibilità di guadagno per tutti e non di offrire carità condizionata ad alcuni.
di Angelo Gazzaniga