La notizia ufficiale: lo Stato italiano concede un altro prestito al Monte dei Paschi di Siena per permettergli di raggiungere i requisiti minimi di capitalizzazione previsti dalla UE. Non si tratta di “noccioline”: sommando le due tranche si arriva a circa tre miliardi di euro. Una cifra che si commenta da sola: per rilanciare l’economia non si riesce a trovare neppure un terzo di questa cifra! Questo è il risultato di una gestione tipicamente “all’italiana” di una delle grandi banche nazionali.
Una banca “legata al territorio”, “attenta ai bisogni delle popolazioni locali” con una gestione “non speculativa” significa in pratica:
una banca gestita dai politici locali (e non) in base a criteri di divisione del potere senza alcun obbligo di responsabilità verso azionisti o proprietari (la proprietà della maggioranza delle azioni fa infatti capo ad una Fondazione dall’ retta dalle stesse forze politiche che gestiscono la banca),
una politica di assunzioni e gestione del personale dettata da principi di consociativismo e assistenzialismo (assunzioni e carriere dettate più dall’appartenenza a questa o quella corrente politica che dal merito o dalle necessità economiche) ,
una politica degli impieghi attenta più alle esigenze della politica che a quelle dell’economia (si presta denaro non a chi ne ha effettivamente bisogno o lo meriterebbe, ma a chi è legato a certi partiti o cordate)…
un esempio di gestione che abbiamo visto applicato tante volte e in tanti casi in Italia.
PS In un caso abbastanza simile negli Stati Uniti Obama ha fatto un prestito alle aziende produttrici di auto in gravi difficoltà: ma ha preteso una quota azionaria, un controllo diretto sulle decisioni delle imprese e sacrifici pesanti da parte di azionisti e sindacati (che hanno addirittura accettato di convertire parte dei loro debiti in partecipazioni azionarie) In Italia invece la Fondazione ha rifiutato di aumentare il capitale per non perdere il controllo, i sindacati minacciano scioperi contro eventuali riduzioni di personale ecc ecc Poi ci chiediamo perché gli stranieri non investono in Italia
Noi dei Comitati continuiamo a sostenere che questi sono i guasti non del libero mercato, ma della mancanza di un mercato veramente libero ed efficiente.
Angelo Gazzaniga
Portavoce dei Comitati per le Libertà