Si dovrebbe rovesciare lo slogan della Rivoluzione Americana per parlare di una delle tante assurdità della legge elettorale italiana.
Una di quelle di cui meno si parla è proprio il fatto che esistono migliaia di stranieri che vivono in Italia, lavorano in Italia, vi pagano le tasse e, per il fatto di non avere la cittadinanza, non possono votare; cioè non possono decidere come utilizzare quelle imposte che pagano e, ovviamente, neppure decidere come e quanto pagare.
Tutto questo non riguarda solamente immigrati o figli di immigrati, ma anche cittadini di Paesi esteri che vivono, lavorano e guadagnano in Italia.
L’altra faccia della medaglia è rappresentata invece da coloro che, figli di cittadini italiani, sono nati all’estero, spesso non parlano neppure italiano e, ovviamente non sanno neppure cosa siano le tasse in Italia: ciononostante votano “alla cieca”, senza conoscere nulla della nostra situazione.
Non sarebbe più opportuno scindere le due cose? Riconoscere il diritto di voto a chiunque paghi le tasse in Italia o, perlomeno, sia cittadino italiano ma residente in Italia?
Appunto “No representation without taxation”
di Angelo Gazzaniga