Non è piu’ di moda fare economie

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La piccola economia casalinga era una volta anche quella di spegnere la luce nella stanza che si lasciava ed accendere quella in cui si andava, cosa che non fa piu’ nessuno salvo qualche non giovane. E, quando arrivo’ la televisione, c’era chi la vedeva al buio come al cinema.
Ora, basta osservare le nostre città quando è buio per constatare un grande spreco di luci evitabile. L’accensione e lo spegnimento delle illuminazioni cittadine non é graduato con l’evolversi della luce solare per cui si vedono luci accese anche quando vi è ancora luce naturale.
Vi sono uffici con luci accese anche se vuoti e vetrine illuminate in modo quasi irritante. Si dirà che se i relativi proprietari possono permetterselo sono affari loro.
No, perchè l’energia elettrica è prodotta in maggioranza da petrolio e gas quasi tutti importati e minori importazioni sarebbero anche un piccolo benficio per la bilancia dei pagamenti.
Ogni iniziativa, ogni attività che comporta costi dovrebbe essere analizzata per vedere se gli stessi risultati possono essere ottenuti a costi minori, cosi’ come avviene per i processi industriali. E quando si prendono nuove iniziative, anche legislative, si dovrebbe calcolarne il costo che non è sempre palese.
Tempo fa, non si sa perché, si decise che i vigili urbani dovevano chiamarsi polizia locale con costi, sommando quelli di tutti i comuni italiani, stratosferici e inutili per cambiare nome a uffici, pratiche, carte intestate, automobili e tanto altro.
Maestra di non risparmio e costi inutili è la Rai.
Esempio di piccoi sprechi inutili sono la scrivania con acquario e relativi pesci di un popolare programma quando basterebbe un tavolo qualsiasi, anzi neache un tavolo, basterebbe solo la sedia del conduttore perchè non c’è nulla da appoggiarvi o da scrivere. O lo sfarzo di scenografie e luci di programmi di varietà che nulla aggiungono alle spettacolo e che in altre televisioni estere sono molto piu’ spartani. O i vari tipi di previsioni meteorologiche, quando basterebbe un modulo unico, filmato e parlato, uguale per i vari canali televisivi e radiofonici. Vi è una trasmissione radio, Isoradio, che si collega addirittura con qualche colonnello dell’aviazione, per fargli fare le previsionidel tempo.
Questi sarebbero pccoli risparmi, ma tanti piccoli risparmi fanno un grosso risparmio.
Ma grossi risparmi potrebbe fare la Rai nella gestione del suo giornalismo. Secondo un articolo pubblicato da Milena Gabanelli sul Corriere della Sera i dipendenti Rai sono 13.000 e i giornaisti 1760, certamente troppi questi ultimi.
Telegiornale : il o la giornalista in studio annuncia che c’è stato il consiglio dei ministri e sintetizza cosa ha deciso, si collega poi con l’inviato di fronte a Palazzo Chigi che dice poco piu’ di quello che è gia stato detto. Collegamento inutile perchè basterebbe sentire l’ufficio stampa del governo, collegamento che comporta anche un notevole costo per traferta giornalista, mezzo o mezzi per filmare e ritrasmettere in sede, etc.
Ma in Rai la mania dell’inviato sul posto raggiunge vette di assoluta follia. Telegiornale, vicenda di cronaca nera, malvagio e vittima sono già altrove, non c’é nulla relativo al fatto da filmare per cui ci vengono mostrate case, vie, auto delle forze dell’ordine. E l’inviato prontamente inviato sul posto, meschinello, non sa che pesci pigliare, allora blocca un tizio presente : « Lei ha visto qualcosa ? « No, non c’ero, c’era invece mia cognata.
« E cosa ha visto sua cognata ? « Nulla perchè era girata dall’altra parte. Testuale, fine del servizio.
Gli sprechi Rai sono come gocce d’acqua di una grande lago.
E gli stipendi eccessivi di dirigenti e giornalisti sono una montagna di soldi che il buon senso vorrebbe ridimensionare.

di Ettore Falconieri

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