Non è una promessa elettorale, ma una possibilità concreta quella di far pagare meno tasse sugli immobili senza, ovviamente, pesare sulle finanze delle Stato: ridurre le imposte facendo debito è una partita di giro, quello che non si paga da una parte si paga dall’altro.
Invece esiste un modo per far pagare meno tutti, semplicemente quello che tutti paghino e tutti paghino il giusto.
Ma qual’è questo sistema?
La riforma del catasto.
Riforma che non implica modifiche al sistema, si tratta semplicemente di aggiornare le rendite catastali cioè il valore attribuito all’immobile.
Attualmente esistono tantissime sperequazioni e differenze stratificatesi nel tempo: dalle case coloniche divenute ville con piscina, alle case popolari riqualificate, per non parlare degli autentici abusi edilizi quali edifici mai accatastati, cioè mai dichiarati al catasto e che quindi non risultano addirittura esistenti e che non pagano nulla.
Se in molti casi si tratta di dimenticanze o di piccole modifiche per la gran parte di tratta di autentica evasione. Evasione grazie alla quale siamo alle solite: gli onesti pagano per tutti e quindi le imposte sono più alte (per loro, ovviamente).
Si tratta, tra l’altro, di un’operazione relativamente semplice e poco costosa: si controlla il territorio e si aggiornano le rendite troppo basse o addirittura non dichiarate. Operazione che permetterebbe di avere anche una più precisa mappa dell’abusivismo.
Ma perché non si fa?
Perché per la politica italiana è più facile fare condoni, facilitazioni che si pagano a debito oppure tartassare gli onesti: così non si perdono voti e spesso si blandiscono quelle categorie di evasori che formano la propria base elettorale.
Ma in questo modo mai diventeremo un Paese davvero moderno ed efficiente, scivolando sempre più in una china di disuguaglianze, ingiustizie e abusi che non può portare a niente di positivo.
Sta ai cittadini scegliere quale strada seguire.
di Angelo Gazzaniga