Il Parlamento si compone della Camera dei deputati e del Senato della Repubblica. Lo dice l’articolo 55 della Costituzione italiana. E in particolare l’art. 56 tra le sue righe afferma: il numero dei deputati è di seicentotrenta, dodici dei quali eletti nella circoscrizione Estero. Sono eleggibili a deputati tutti gli elettori che nel giorno della elezione hanno compiuto i venticinque anni di età.
Principi un po’ datati oggi. Almeno per tre buoni motivi. Ma procediamo per gradi.
- Perché il Parlamento deve essere composto da due Camere e non una? Perché non abolire il Senato e lasciare solo la Camera dei deputati con un massimo di 500 eletti?
- La circoscrizione estero vuol dire: chi non vive in Italia, magari da anni, e produce e paga le tasse in un altro Paese può scegliere i rappresentanti di chi vota e vive nel Belpaese. Un immigrato che invece abita, lavora e paga le tasse da anni in Italia non può votare se non prima di aver ottenuto la cittadinanza, che nel migliore dei casi, arriva dopo 10 anni di regolare permanenza sul nostro territorio;
- per essere eletti occorrono 25 anni e non 18. Questa proprio non si spiega, dato che non esiste una maturità parziale che va bene per il compimento della maggiore età e non per essere eletti alla Camera. Come se avere sette anni in più fosse garanzia di buon esercizio della propria funzione rappresentativa.
Detto questo una riflessione va fatta. Non è forse meglio, come sostengono i Comitati per le Libertà, passare a un Parlamento con una sola Camera composta da un massimo di 500 eletti?
Non è preferibile far scegliere i nostri rappresentanti da chi vive e conosce il Paese dando il diritto di voto anche a quegli immigrati che lavorano onestamente e pagano le tasse da almeno 5 anni in Italia?
Non sarebbe l’ideale permettere di concorrere a elezioni primarie chiunque abbia compiuto i 18 anni e goda dei diritti civili? E chi vince le primarie? Semplice: dovrà competere per diventare un rappresentante dei cittadini!
Renato Cantagalli