Uno dei cardini del programma Next Generation UE è proprio quello di investire nelle politiche attive del lavoro: cioè agganciare il momento dei sussidi a quello della riqualificazione professionale. Per questo sono in arrivo ben 7 miliardi.
Nel frattempo sono già stati stanziati 500 milioni.
Ma, in Italia c’è sempre un “ma”: i Centri per l’impiego dovrebbero assumere 11600 addetti , ma i concorsi sono fermi presso la burocrazia delle Regioni; l’Anpal (l’Agenzia creata proprio con questo scopo) non funziona per niente, a partire dall’ineffabile presidente Parisi per finire ai Navigator; per questo motivo il ministero del Lavoro si è attribuito il fondo di 500 milioni della UE (il ReactEU) ma non ha chi si può occupare delle politiche attive perché sono di competenza regionale.
Un girone infernale Regioni, Ministero, Regioni pieno di competenze divise, burocrazia inefficiente e sprechi: rimangono i soldi non spesi e i lavoratori senza lavoro e senza nessuna speranza di riqualificazione con dinanzi una vita di sussidi.
Anche qui occorrerebbe una decisione coraggiosa: far piazza pulita di norme, regolamenti, competenze e burocrazia borbonica per stabilire regole nuove, semplici ed efficaci.
Ma manca proprio il coraggio!
di Guidoriccio da Fogliano