Ogni tanto le proposte servono più a far notizia che a un effettivo servizio
Ogni tanto riappare la proposta di obbligare i negozi a tenere le porte chiuse durante l’orario di apertura (il gioco di parole è inevitabile…)
In tutto questo tempo la Confcommercio ha fatto delle proposte di buon senso: istallare lame d’aria all’ingresso dei negozi.
Il problema è, ovviamente, evidente nei negozi delle aree centrali in cui l’afflusso della clientela è continuo e le porte rimarrebbero quasi sempre aperte.
Meno sentito il problema per gli esercizi molto piccoli o in periferia: lì l’afflusso è molto ridotto e l’istallazione di costosi sistemi di chiusura sarebbe oltreché inutile un grande aggravio di spesa per gli esercenti.
Il motivo principale per cui si lasciano le porte sempre aperte è un motivo di marketing: un elemento che ostruisce l’ingresso è qualcosa che impedisce alla clientela, soprattutto straniera, di seguire l’impulso di entrare liberamente.
E anche se le imprese più grandi hanno sempre avuto a cuore (anche per motivi pubblicitari) i temi ambientali, non si può negare che di fronte allo spreco di calorie che si ha in ambienti sovrariscaldati, senza barriere termiche o con infissi deteriorati (alzi la mano chi non è mai entrato in qualche edificio pubblico ove spesso la temperatura è a livelli equatoriali…) il risparmio energetico che si avrebbe con questi provvedimenti sia risibile. Sarebbe un’operazione di ricerca del consenso (a spese degli esercenti) più che un’effettiva riduzione dell’inquinamento
di Alessandro Prisco