Le primarie dovrebbero essere un sistema molto semplice ed immediato che permetta ai simpatizzanti di un partito o meglio di una certa area politica di scegliere i propri candidati in base alle loro doti e alle loro proposte politiche.
Un primo passo, ma fondamentale, in un sistema veramente democratico, basato sulla democrazia diretta, che permetta ai cittadini di scegliere i propri canditati (attraverso le primarie), votare chi appare più indicato a governare (attraverso le elezioni), e giudicare il comportamento di chi è stato eletto (in un sistema maggioritario uninominale quale propongono i Comitati per le Libertà chi ha vinto in un collegio è ovviamente responsabile verso tutti i membri di questo collegio che dovranno decidere se rieleggerlo o meno nella prossima tornata).
Esistono, ovviamente, molti sistemi di primarie, dovuti spesso a condizionamenti ambientali o storici. Ad esempio negli USA le primario sono molto diverse da Stato a Stato e da partito a partito: vanno da quasi-elezioni a “caucus” in cui i presenti votano ad alzati di mano; in Germania avvengono, con precisi limiti e garanzia, all’interno dei partiti stessi. L’idea aveva preso piede anche in Italia come elemento di(seppur limitata) democrazia all’interno dei partiti: ma è sfiorita presto, visti i pericoli per la partitocrazia insiti in questo sistema. A parte i partiti in cui c’è esclusivamente un padre padrone (abbiamo mai sentito parlare di primarie da un Grillo, un Di Pietro o un Vendola?) sono rimasti a parlarne esclusivamente i partiti maggiori: PdL e Udc hanno velocemente virato verso un sistema elettorale proporzionale con preferenze (la vecchia Prima Repubblica) contrabbandandolo come un sistema alternativo alle primarie per scegliere i candidati, mentre nel Pd aumentano i dubbi e le complicazioni: occorrerebbe creare un registro di chi ha votato per impedire il voto a esponenti di altre aree (ma come si fa a sapere di che area è chi vota, e se è di un’altra area che si fa, si annulla il voto?) e far sottoscrivere agli elettori una liberatoria contro la legge sulla privacy (per poter pubblicare gli elenchi..)
Quando sarebbe sufficiente fare quanto da sempre proposto dai Comitati per le Libertà: primarie certificate e garantite per tutti: ovvero chiunque può presentarsi come candidato per un certo partito e chiunque può votare per un solo partito (sarebbe sufficiente indicare che il cittadino ha votato sulle scheda elettorale). Questo presuppone naturalmente un controllo da parte di un ente pubblico, ma a costo zero: i costi sarebbe coperti da un piccolo contributo versato dai votanti al momento della votazione
Forse troppo semplice?
Angelo Gazzaniga
Portavoce dei Comitati per le libertà