Il presidente Napolitano entra alla grande nel dibattito politico, dichiarando che a suo giudizio qualsiasi riforma in senso presidenzialista dovrebbe tener conto del fatto che il capo dello Stato è destinato a restare “una figura imparziale e al di sopra delle parti”.
Di primo acchito, la dichiarazione non fa una grinza; ma a guardare più da vicino si scopre che c’è qualcosa che non va. Anzi due.
Primo. Agendo in questo modo, Napolitano lancia un siluro contro la proposta semipresidenzialista lanciata dal Pdl, per il semplice fatto che un capo dello Stato eletto dal popolo (secondo l’idea di Alfano e Berlusconi) non può certo essere “al di sopra delle parti”, ma al contrario attore in prima persona. Dunque, con questa dichiarazione Napolitano pronuncia un chiaro “no” politico, smentendo il principio che afferma.
Secondo. Come può Napolitano teorizzare esattamente il contrario di ciò che ha fatto in occasione dell’ultima crisi di governo? In quell’occasione ha forzato la Costituzione favorendo un governo del Presidente (Monti) non eletto dal popolo, e ha tolto di fatto la fiducia al governo Berlusconi che (qualunque giudizio si possa dare sul suo operato) era stato votato dalla maggioranza degli elettori e avrebbe avuto il diritto di governare. Forse che Napolitano, in quella circostanza, ha agito al di sopra delle parti?
Insomma, forse è quello che ci meritiamo: un Presidente che dichiara di non voler entrare nel merito di ciò che invece orchestra in prima persona. Trionfo di ipocrisia, machiavellismo all’italiana o forse segno di un degrado sempre più pericoloso nella vita pubblica.
Gaston Beuk