Referendum: un sì e un no in amicizia (liberale)

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dario
Dialogo fra Dino Cofrancesco e Dario Fertilio

Caro Dario,
redi in te ipsum.. Se vincono i no, la Costituzione più bella del mondo diventa una cassaforte d’acciaio che nessuno oserà più aprire per sessant’anni… E, inoltre, Forza Italia (oggi data al 12%) non entrerà mai più in una coalizione governativa. La sconfitta di Renzi, infatti, sarà la resurrezione di Bersani & C. che, al governo, rifiuteranno i voti del centro destra anche sulle questioni più innocue e trasversali..
Non riesco proprio a capire il masochismo dei Brunetta mentre capisco fin troppo bene le perplessità dei saggi Fedele Confalonieri e Gianni Letta…
Un grande abbraccio
Dino

Grazie mio caro Dino
per il tuo affettuoso rivolgerti all’amico fedele! Ma come posso schierarmi dalla parte delle candidature per sesso, del centralismo statale (a quello abbiamo già dato ahimè), al Senato eletto non si sa come (due pagine di riforma per spiegare il meccanismo ma io non l’ho capito e tremo al pensiero di sottoporlo a mia madre, che pure è cittadina) e soprattutto non voglio pensare a una Camera dominata dal premio di maggioranza che, per non licenziare se stessa e abbattere un premier indicato sulla scheda, voterà la fiducia a qualsiasi cosa, compreso il laticlavio al cavallo di Caligola?
Comunque passerà, la riforma… ahimè, no problem, basta ascoltare i tg (servizio pubblico e non…).
Il tuo affezionato Dario

Carissimo Dario,
saperti col botolo ringhioso Brunetta e non con i tuoi vecchi ‘compagni d’arme’ di un tempo (Pera, Urbani, Bedeschi, etc.) mi mette malinconia. Ma può darsi che abbia ragione tu e torto io.
Come ho sempre ricordato, il mondo della politica è fatto di opinioni e di congetture non di verità incontrovertibili (come credono i tuoi occasionali compagni di merenda Rodotà e Zagrebelsky). Anche quando mi schiero da qualche parte, mi riesce difficile dimenticare le parole del grande Elie Halévy. “Quando applicando su noi stessi i metodi della ricerca storica, siamo condotti a scoprire le ragioni delle nostre convinzioni, spesso constatiamo che esse sono accidentali, che derivano da circostanze di cui non siamo responsabili. E forse, vi è implicita una lezione di tolleranza. Se si è ben compreso ciò, si è indotti a chiedersi se vale la pena di massacrarsi gli uni con gli altri per convinzioni la cui origine è così fragile”.
Forse ad accomunarci c’è questo sano e profondo scetticismo..
Un grande, grande abbraccio
Dino

Dino mio caro,
poiché scienza ed esperienza fra noi sono così disuguali, io ti ringrazio di avermi accettato nella discussione come un tuo pari. La citazione di Halévy mette definitivamente ordine nella discussione: noi tanto crediamo quanto sentiamo (e forse più sentiamo che crediamo). Ciò forse significa che, più ancora del dubbio, è il sentimento e la fede in qualcosa che dà ai liberali la forza di combattere.
Come dici tu, e applicandolo a me, forse hai ragione tu e torto io. Il tempo, grande scultore – come scriveva la Yourcenar – alla fine emetterà il suo verdetto, al di là di ogni congettura. Nel frattempo, è bello sentirsi vivi: scettici sì, ma dal cuore caldo
il tuo devoto
Dario

Dialogo fra Dino Cofrancesco e Dario Fertilio

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