Alcune considerazioni a margine delle osservazioni sulle riforme incomplete di Renzi: le necessità della scuola
Per quanto riguarda la riforma della scuola riteniamo che essa debba essere uno degli elementi fondamentali di quella politica di riforme tanto necessaria per l’Italia.
Questo perché:
- una scuola efficiente è l’asse portante di una nazione moderna
- non è ammissibile che un insegnante abbia uno stipendio medio di 29.000 euro l’anno di fronte ad uno stipendio medi odi un magistrato di 150.000 euro-anno
- nel corpo insegnante vi siano discriminazioni macroscopiche tra chi è di ruolo (ed ha un posto garantito comunque) e chi è precario (senza alcuna sicurezza di riottenere un incarico) anche da decenni.
Pertanto riteniamo fondamentali alcune linee-guida che dovrebbe essere recepite da una vera riforma del sistema scolastico:
- adozione del buono-scuola che permette alle famiglie di scegliere la scuola più adatta ai propri figli senza essere condizionata dal proprio reddito e alle scuole di avere fondi in funzione del proprio rendimento
- introduzione del principio di merito: come in ogni altra realtà dovrebbe far carriera chi è più bravo e chi si impegna maggiormente, altrimenti la burocratizzazione e la sclerotizzazione è sicura
- adozione del principio di mobilità: come il responsabile della scuola deve poter scegliere i propri collaboratori, così gli insegnanti devono poter trovare una scuola più adatta a loro (spesso infatti non è detto che debba essere il caso o il criterio burocratico a far funzionare una scuola che è come una squadra: funziona se tutti sono d’accordo e se concordano con le scelte di fondo), rispettando ovviamente le competenze di ognuno: un insegnante di matematica non può insegnare inglese se non ha competenze certificate. Non basta un corso online per insegnare inglese alle elementari
- considerare gli insegnanti alla stessa stregua di professionisti: con qualifiche, carriere e stipendi adeguati al proprio lavoro (ad esempio i medici)
- garantire un livello adeguato di conoscenza per tutti gli studenti attraverso la reintroduzione dell’esame di Stato: una commissione di professori esterni all’istituto valuta la preparazione degli studenti in base a criteri il più possibile omogenei (unico sistema per controllare i cosiddetti “diplomifici” che vivono sugli esami “facili”)
- applicare anche in questo campo il principio d sussidiarietà: devolvere una parte del buono scuola all’aiuto e all’appoggio degli istituti più disagiati per consentirne la necessaria riqualificazione.
Angelo Gazzaniga