Un velo di retorica e di semplificazione del linguaggio avvolge tutto e rende sempre più difficile la ricerca della verità
Una “perfezione che suona falso”, sembra caratterizzare tanti aspetti della cultura, della comunicazione e della condizione attuale della società civile. “Si aspetti un pugno”, esclama Papa Bergoglio per chi offenda la altrui religiosità. Ma ai tempi del “Pap’occhio” per Karol Woytila o del “Mistero Buffo” di Dario Fo, altro che “aspettarsi il pugno, i rispettivi autori hanno riscosso facile successo e addirittura il Nobel. “Fare le cose un po’ svelte”; “Wake up ! Wake up!”, come dire: “Svegliatevi”, consiglia lo stesso Pontefice ai giovani sud-coreani, quasi invitandoli a riaffratellarsi con i coetani sudditi nord-coreani, in terra di gulag e persecuzioni totalitarie. E il crocifisso, insieme con la falce e martello, sottolinea l’accettazione – nel dono – di un rinnovato modello totalitario per il mondo. Libertà e apertura dei mercati, ancora, per Cuba: ma e i dissidenti cattolici e non, medici e professori, liberali e dissidenti, tuttora nelle patrie galere del “gesuita” Fidel Castro, e fratello ? Tutto il discorso è avvolto in una melassa disossata, conciliante, vaniloquente: con grave pregiudizio per le sorti della libertà, quell’ “accordo della mente con l’animo”, “circolo vivo del pensiero con l’azione”, che definisce la crociana “religione della libertà”. Ancora, più in generale: la fondamentalista Sergio dice ripetutamente: “Se la mia religione insegna che devo eliminare i credenti di altre religioni, io devo farlo, OK !? OK!?”. Come dire: tragica enfasi colloquiale dell’intento terroristico, assumendo in questo contesto il grottesco linguaggio adolescenziale. Lo stesso Papa Bergoglio, sull’aereo, risponde: “Io, Marino non l’ho invitato. – CHIARO 1? CHIARO !?” Dove, al di là del merito della vicenda amministrativa della trasferta statunitense del Sindaco di Roma e della sua opinabile opportunità, è la ripetizione enfatica CHIARO ? – CHIARO ? che vale a dichiarare la intenzionalità rettorica dell’affermazione, che si vuol sottolineare.
“Retorica in ogni direzione”. Ancora: l’emigrante clandestino, presunto assassino dei due generosi coniugi di Palagonia, a due passi dal centro di assistenza del CARA di Mineo, osa giustificarsi dicendo “Voglio tornare a casa !” Ma come ? Ma in quale casa ? E dopo quale viaggio ? Retorica in ogni direzione: Grida manzoniane lanciano il messaggio “Roma dichiara guerra a mafia e degrado, accatonaggio bivacchi e lavavetri”. E poi ? Esordi rettorici nei talk show: “Ovviamente..”; “Ma guardi..”. Dopo qualche fase argomentativa, ora ha preso piede: “Dopo di che..”; “Dopo di che..” – E nei telegiornali:”Ci dice t u t t o”,il nostro inviato.”Ci racconta t u t t o”, il corrispondente. “Epocale”, tutto sembra essere “epocale”. E via . Si desidera un ritorno a Francesco De Sanctis e Carlo Cattaneo; al Risorgimento e alla religione della libertà
di Giuseppe Brescia