Una notizia di questi giorni “movimentati”: la riduzione degli emolumenti ai parlamentari verrà fatta in futuro, non appena l’apposita commissione avrà stabilito qual è il compenso medio dei parlamentari della Ue.
Ma cos’è e come funziona questa commissione?
È stata costituita nel gennaio del 2011, è presieduta dal presidente dell’ISTAT ed è formata da esperti in statistica. Sì è riunita sinora tre volte: la prima per stabilire quali erano i paesi europei da prendere in considerazione, la seconda per chiedere agli ambasciatori presso i singoli paesi un rapporto sui compensi dei parlamentari di quei paesi, la terza per fare il punto sulla situazione.
I lavori dovrebbero terminare nei primi mesi del 2012: uso il condizionale perché non esiste un termine “ad quem”.
Ma che necessità c’era di convocare funzionari, grandi esperti ed emeriti professori (già lautamente pagati e comunque con relativi gettoni di presenza) per conoscere dati (lo stipendio dei parlamentari della Ue) che chiunque di noi può conoscere mediante internet in una manciata di minuti? O forse i grandi esperti di statistica non sanno che esiste internet?
Cosa devono far sapere gli ambasciatori nei singoli paesi? Devono forse andare a chiedere ai singoli parlamentari europei quanto guadagnano e farsi dare la loro lista di rimborso spese?
Questo piccolo episodio fa trasparire uno dei veri problemi italiani. Forse il più grave: gli italiani continuano ad essere considerati sudditi e non cittadini.
Non servono (anzi sono dannose e pericolose) le richieste populiste o le gazzarre in parlamento: ogni problema deve essere affrontato e dibattuto seriamente, civilmente e in tempi brevi e certi: per questo occorre che i cittadini o i loro rappresentanti (i deputati) vengano messi in condizione di valutare e decidere con rapidità e chiarezza di informazione.
Questo è in fondo essere cittadini di uno stato civile e moderno quale tutti noi vorremmo fosse l’Italia.
Angelo Gazzaniga
Portavoce dei Comitati per le Libertà