Come risanare Malpensa? Finora tante parole e promesse ma pochi fatti
Il Presidente dell’Assolombarda, Gianfelice Rocca, sventola la bandiera delle privatizzazioni e sollecita il Comune di Milano a vendere la quota di maggioranza della Sea, Il Fondo F2i ( fino a poco tempo fa guidato da Vito Gamberale) sembra molto disponibile ad acquistare e il Comune di Milano ha un’assoluta necessità di disporre di risorse che dovrebbero essere destinate a infrastrutture come le metropolitane o a costruire un quartiere di case popolari. Ma si ripresenta anche l’ipotesi di quotazione in Borsa che ridimensionerebbe le ambizioni di F2i. Il sindaco Pisapia sembra interessato ad approfondire ma se ne parlerà dopo la fine di Expo. Purtroppo non si affronta in radice tema cruciale del risanamento di SeA, che passa attraverso il rilancio di Malpensa. L”ingresso di Etihad in Alitalia ha rafforzato Fiumicino sotto il profilo strategico, ma nello stesso tempo il Governo ha stravolto i precedenti Decreti Burlando e Bersani, alterando significativamente i volumi del traffico tra Linate e Malpensa a danno di quest’ultimo. Si dice che il nuovo assetto sarà limitato allo spazio temporale di Expo 2015 ma, rebus sic stantibus, anche per il futuro le compagnie (e i viaggiatori ) troveranno più conveniente passare da Linate e non da Malpensa. Tanto più dopo l’incomprensibile abbandono del progetto di tariffe differenziate tra i due scali.
Un’azienda come Sea non può sopravvivere facendo funzionare al meglio solo il più piccolo dei due aeroporti di cui dispone. Malpensa dovrebbe avere tre volte i volumi di traffico di Linate mentre oggi il rapporto è quasi di uno a uno. A questo si aggiunga che Malpensa ha un valore aggiunto potenziale molto più consistente in termini di indotto per catering, attività commerciali ed alberghiere ma, senza una forte ripresa del traffico, rischia di essere soffocata dai costi di ammortamento degli enormi investimenti mentre i gestori dell’indotto si vedranno costretti a ridimensionarsi o a chiudere. Le tradizionali liturgie sindacali non saranno più sufficienti a garantire equilibri già precari e le attività di Handling potrebbero ritornare in serie difficoltà. Se si amministrasse Malpensa come una società autonoma (che potremmo chiamare Sea 2) quali sarebbero i reali risultati economico-patrimoniali della gestione? Per salvare Malpensa ( e quindi la Sea) non è sufficiente scommettere semplicemente sulla crescita del traffico mondiale. Una netta svolta strategica richiederebbe in primo luogo l’impegno dell’azionista di riferimento Comune di Milano (tradizionalmente silente) e di un management fortemente motivato. L’obiettivo per la Sea è ripetere un’operazione come Alitalia-Etihad-Fiumicino acquisendo la partnership di una grande compagnia extraeuropea, come potrebbe essere Emirates, che faccia di Malpensa scalo di riferimento per il traffico intercontinentale, una sorta di ponte tra oriente ed occidente ridimensionando alcune situazioni di quasi monopolio che si sono create nei cieli d’Italia. Solo a queste condizioni le sorti dei due aeroporti (Linate e Malpensa) si potrebbero separare. Ma è un progetto assai impegnativo che richiede determinazione e capacità di costruire solidi rapporti politici ed economici a livello intergovernativo.
Walter Galbusera