Ci mancavano gli autobus israeliani
Stante la crisi ormai cronica e (apparentemente) irresolvibile dell’ATAC, il Comune di Roma ha avuto una pensata geniale: noleggiamo 70 autobus usati (hanno più di dieci anni di vita) dalla città di Tel Aviv a un costo di 6000 euro al mese per bus, comprensivo di noleggio.
Ma quando gli autobus erano già arrivati a Pomezia ed era stato pagato un anticipo del 16% dell’importo totale, ecco la sorpresa: gli autobus dovevano essere reimmatricolati in Italia e questo non era possibile perché erano ancora Euro5 mentre la legge prescrive che gli autobus urbani da immatricolare siano Euro6.
Quindi niente da fare, a meno di non ricorrere a complessi giri in Germania degni dei migliori magliari. Gli autobus verranno restituiti, il Comune perderà l’acconto, le spese di trasporto e probabilmente anche la causa per rottura del contratto e, naturalmente, resterà senza autobus.
Ma è possibile che nessuno in tutta la pletora di dirigenti e consulenti strapagati del Comune di Roma conoscesse la legge o, almeno, avesse avuto l’idea di fare una telefonata alla Motorizzazione?
È (purtroppo) un’altra prova di quale sia il livello di inefficienza, incapacità , per non dire altro, dei quadri dirigenti di certi Comuni italiani (per fortuna non di tutti!).
Che fare? Occorrerebbe fare quello che da sempre suggerisce Libertates: prendere atto della situazione, constatare che si tratta di ditte (e comuni) ormai decotti, dichiararne lo stato di fallimento e ripartire da zero con un commissario che riporti i conti in ordine e faccia davvero funzionare il tutto.
Una speranza? Temiamo sia però solo una pia illusione, perché in questo modo si perderebbero voti e bacini di amicizie e intrecci poco chiari, proprio quello su cui si basano le classi politiche di certi comuni
di Angelo Gazzaniga