Perché l’Italia fa da apripista ai sacchetti biologici in Europa quando è agli ultimi posti nella raccolta differenziata?
Con la battaglia dei sacchetti bio siamo ormai , considerato il tema, alla fatidica frutta. A quando la battaglia per la carta igienica ?
Ci mancava proprio l’intervento del ministro dell’Ambiente Gianluca Galletti, secondo il quale “l’entrata in vigore della normativa ambientale degli shopper ultraleggeri è un atto di civiltà ecologica che pone l’Italia all’avanguardia nel modo della protezione del territorio e del mare dall’inquinamento da plastiche e microplastiche” . Come l’altro suo sodale , il ministro della Salute, cerca di giustificare quanto deciso dal nostro governo in attuazione di una direttiva UE del 2015 , direttiva che non viene però attuata dalla stragrande maggioranza degli Stati membri !
E che dire della forte presa di posizione di Renzi che si difende su FB dall’accusa di aver cercato di favorire “parenti ed amici di terzo grado impegnati nella produzione dei sacchetti biologici” ?
Non voglio entrare nel merito della questione, ovvero parlar male di improbabili rapporti intercorrenti fra Renzi e l’ amministratrice delegata di Novamont , Catia Bastioli , già oratrice in un’edizione di una “leopolda renziana” nonché nominata nel 2014 da Renzi presidenta di Terna; ma, come l’immarcescibile casalinga di Voghera, mi viene spontaneo domandarmi come sia possibile che l’Italia faccia da apripista in Europa per la protezione dell’ambiente quando apprendiamo, quasi ogni giorno, dalle news, che Bruxelles sanziona pesantemente il nostro Paese in quanto inadempiente nell’applicazione delle direttive comunitarie promulgate in materia!
Honi soit qui mal y pense?
Tutto questo non può non rimandarmi con la memoria a quanto ebbi modo di rilevare a metà degli anni 60 , allorquando si scatenò la cosiddetta “guerra della TV a colori “, ed i nostri governanti dell’epoca , non ritenendoci ancora maturi per la TV a colori ( almeno così sosteneva l’allora leader repubblicano Ugo La Malfa ), procrastinarono di un decennio la disamina della questione, con il bel risultato di affossare l’industria elettronica nazionale che produceva apparecchi televisivi , costretta a limitare la produzione ai soli televisori in bianco e nero.
Non so quanti di noi si ricordino ancora della “battaglia” che vedeva in competizione gli sponsor , o meglio , i “lobbisti” dei sistemi N.T.S.C (National Television System Committee , americano ) , P.A.L. ( Phase Alternation Line , tedesco e brevettato da Telefunken ) e S.E.C.A.M. ( Sequential Coleur a Memoire , francese ) , ma la questione , se messa in politica , vedevano il già menzionato Ugo La Malfa ed il sindacato di Luciano Lama ostacolare l’introduzione della Tv a colori, in quanto lo consideravano uno scialo che non ci potevamo permettere, mentre , se vista in chiave economica, stando ad alcune “leggende metropolitane” dell’epoca , il vero “competitor” era l’”Avvocato”, in quanto temeva che il consumatore italiano , sedotto dalla tv a colori , abbandonasse l’idea di acquistare la seconda autovettura di famiglia .
Ed il risultato è ancora , anche a distanza di anni , sotto i nostri occhi : gli obsoleti televisori in bianco e nero non avevano più mercato, la quasi totalità delle nostre aziende elettroniche, non potendo produrre quelli a colori, fallivano e, quando finalmente nel nostro Bel Paese venne introdotto il colore, corremmo tutti ad acquistare i “nuovi” televisori trovando , però, solo marche straniere …
Un vero successo per la nostra economia e l’industria elettronica , allora all’avanguardia : bravi 7 più !
Mi permetto di chiudere queste mie personali riflessioni ricordando la “Terza (ed aurea ) Legge Fondamentale “ tramandataci da Carlo M. Cipolla nel suo poco conosciuto scritto “Le leggi fondamentali della stupidità umana”: “ Una persona stupida è una persona che causa un danno ad un’altra persona o gruppo di persone senza nel contempo realizzare un vantaggio per sé od addirittura subendo una perdita.”
di Loreno Bardelli