Pubblicato dalla Adelphi, “Il libro contro la morte” (400 pag., 18 euro) del premio Nobel Elias Canetti, è un’accanita accusa contro chi crede che la fine della vita sia la cappa funerea dell’esistenza. Lo scrittore bulgaro di lingua tedesca naturalizzato britannico, parla della sua fuga dall’invadente Signora con la falce. Come? « La mia macchina più sicura sono le matite: finché scrivo mi sento assolutamente sicuro». Il suo conclamato desiderio è buttare fuori il concetto di morte dal complesso meccanismo che dà senso alla vita. Lo scrivere, per lui, è simile a Le mille e una notte: «Raccontare, raccontare, finché non muore più nessuno». Canetti odia la docilità dell’uomo che si piega dinanzi al terrore della fine. Considera dignitoso “andarsene“ in un dignitosissimo silenzio. Dopo aver imitato e rivissuto Sherazade.
di Pier Mario Fasanotti