Se la Thatcher potesse ancora parlare

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In un libro di Lidia Undiemi una critica serrata al tecnicismo finanziario che non è liberismo, ma protezione dei potentati economici

Basta con la dietrologia. No, è concettualmente sbagliato parlare di neoliberismo. Rediviva, la Lady di ferro Margaret Thatcher denuncerebbe nella sua requisitoria liberista versus la tecnocrazia europea che sì, in Occidente, ha vinto proprio lui, il suo acerrimo nemico:Andreotti. O meglio, l’andreottismo della deregulation finanziaria starebbe minacciando la tenuta democratica dell’Europa perché a causa della reiterata manipolazione del mercato secondario-rectius, primario…-il mercato libero sta esalando i suoi ultimi respiri, con la prospettiva incombente di nuovi cesarismi totalitari di lacrime e sangue visto che “non esistono soluzioni biografiche alle contraddizioni sistemiche” (vedi il sociopatologo Zygmunt Bauman). Nel farlo, la “signora di ferro” citerebbe le parole lucidissime della dottoressa Lidia Undiemi nel suo libro “Il ricatto dei mercati”:“L’evoluzione del quadro economico-politico internazionale segue una specie di doppio binario, quello della limitazione dei poteri dello Stato nella gestione dei sistemi commerciali e monetari nazionali al fine di favorire l’economia di mercato (l’apprezzabile “mano invisibile” di Adamo Smith, nda), e quello della creazione di una struttura internazionale non improntata sul ritorno al laissez-faire -il principio cardine del libero scambio basato sull’assenza di qualsiasi forma di intervento pubblico nelle relazioni commerciali – ma sulla predisposizione di un ordine pubblico sovranazionale sancito da trattati multilaterali, istitutivi di quegli organismi internazionali che tendono ad assumere le funzioni di governo proprie degli stati al fine di tutelare gli interessi della finanza internazionale. E’ questa l’essenza politica del passaggio dal liberismo classico…” alla deregulation finanziaria. Perché deregulation finanziaria vuol dire attentato in senso tecnicamente golpista all’economia di mercato, e vediamo come e perché.
Un caso emblematico in tal senso è offerto proprio dall’Italia che nel quadro della suicida cooperazione internazionale dei trattati con la Trojka deve socializzare le perdite dei salvataggi delle banche tedesche “too big to fail” che vantavano dei crediti immensi sui titoli subprime statunitensi della grande crisi del 2007, attraverso l’inserimento dell’austerity in Costituzione (sic!). Lady Margaret Thatcher si scaglierebbe anche contro il commissario Mario Monti in difesa dell’Italia presentata come vittima sacrificale di un golpe finanziario (vedi Undiemi):“…bisogna anche chiarire qual è il ruolo degli stati dominanti in questo quadro politico globale, che vede quelli più deboli soggetti al dominio delle organizzazioni internazionali. L’FMI rappresenta l’egemonia statunitense, e il potere che i mercati assumono tramite esso è espressione dell’idea di Stato e di modello economico che le forze politiche americane hanno deciso di far prevalere sul proprio territorio e di esportare nel resto del mondo. Alla stessa maniera, l’organizzazione speculare, il MES, è stata realizzata in maniera tale che il più forte, ossia la Germania con la diretta collaborazione dell’FMI, potesse imporre ai PIGS il prezzo del riequilibrio finanziario internazionale, vale a dire i salvataggi delle banche verso le quali quelle tedesche vantavano dei crediti; queste ultime, a loro volta, erano rimaste coinvolte nella grande crisi del 2007 in quanto avevano investito…(guarda caso) sui titoli subprime statunitensi, nonché nei paesi periferici dell’area euro, gonfiando la bolla del debito privato…”. La conclusione che ne trae l’intelligentissima dott. di ricerca del Lavoro Undiemi è raggelante:“In altri termini, questa governance…che impatta sulle nazioni in crisi non è altro che una clausola di salvaguardia politica di matrice normativa, senza la quale il capitale internazionale sarebbe esposto ai propri fallimenti, che è esattamente quello che accadrebbe in un mercato davvero libero”. La vittima dell’austerity è il Mercato. Attenzione, perché la risposta totalitaria alla tecnocrazia fu Hitler con tutto ciò che ne è seguito. E la Storia si ripete.

Alexander Bush

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Alexander Bush
Alexander Bush, classe '88, nutre da sempre una passione per la politica e l’economia legata al giornalismo d’inchiesta. Ha realizzato diversi documentari presentati a Palazzo Cubani, tra questi “Monte Draghi di Siena” e “L’utilizzatore finale del Ponte dei Frati Neri”, riscuotendo grande interesse di pubblico. Si definisce un liberale arrabbiato e appassionato in economia prima ancora che in politica. Bush ha pubblicato un atto d’accusa contro la Procura di Palermo che ha fatto processare Marcello Dell’Utri e sul quale è tuttora aperta la possibilità del processo di revisione: “Romanzo criminale contro Marcello Dell’Utri. Più perseguitato di Enzo Tortora”.

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