Com’è la situazione della libertà di stampa?
La libertà di stampa, negli ultimi anni, sembra non godere di buona salute. Anzi, stando a quanto rileva l’ultima edizione della relazione annuale pubblicata da Freedom House, la quale dal 1980 realizza dei report sull’argomento, si è scoperto che la libertà di stampa mondiale è scesa, nel 2014, al suo punto più basso degli ultimi 10 anni.
La quota della popolazione mondiale che gode di una stampa libera è, infatti, pari al 14 per cento, il che significa che solo una persona su sette vive in paesi in cui la copertura delle notizie politiche è assicurata, in cui la sicurezza dei giornalisti è garantita, in cui l’intrusione dello Stato negli affari dei media è minima, e in cui la stampa non è soggetta a pressioni legali o economiche onerose. La discesa della libertà di stampa è imputabile in particolare a due fattori: leggi restrittive contro la stampa, spesso per motivi di sicurezza nazionale, e restrizione, verso i giornalisti locali e stranieri, nell’accesso libero a Internet.
Paradossalmente, in un tempo di accesso apparentemente illimitato alle informazioni e nuovi metodi di distribuzione di contenuti, sempre più aree del mondo stanno diventando praticamente inaccessibili ai giornalisti. Al contrario, precisa il report di Freedom House, ci sono stati sviluppi positivi in alcuni paesi, in cui la tendenza globale dominante era negativa. Il numero di paesi con significativi miglioramenti (8), però, è stato il più basso dal 2009, mentre il numero con cali significativi, pari a 18, è stato il più alto in 7 anni. In più, il fatto che tra questi 18 paesi compaiano anche la Grecia, Hong Kong, l’Islanda, la Serbia e il Sud Africa, significa che il deterioramento globale della libertà di stampa non si limita alla autocrazie o alle zone di guerra.
Tra gli altri, i paesi in cui la libertà di stampa è scesa, ci sono erano l’Algeria, l’Azerbaigian, l’Egitto, l’Honduras, la Libia, il Sudan meridionale e la Thailandia. Infine, i 10 paesi e territori con il peggior rating del mondo, sempre per quanto riguarda la libertà di stampa, sono la Bielorussia, la Crimea, Cuba, la Guinea equatoriale, l’Eritrea, l’Iran, la Corea del Nord, la Siria, il Turkmenistan e l’Uzbekistan. In questi paesi i media indipendenti sono o inesistenti o appena in grado di operare, mentre la stampa funge da portavoce del regime, ai cittadini l’accesso alle informazioni imparziali è molto limitata e il dissenso è schiacciato a causa di imprigionamenti, torture e altre forme di repressione.
Vito de Luca