Una piccola proposta concreta
Certo, è fuor di dubbio che ci sarebbero soluzioni (forse) definitive. Ma riduzione dell’inquinamento, riduzione del riscaldamento della terra ecc ecc, li vedranno forse i nostri figli…
Per quanto riguarda più modestamente la nostra Italia una riqualificazione antisismica degli edifici, una regolamentazione razionale dei corsi d’acqua, una difesa a tutto campo di Venezia sarebbero obiettivi alla nostra portata; ma occorrerebbero soldi (tanti), una volontà politica (che non c’è) e tanto tempo (che manca).
Perché allora non cercare di limitare i danni, di trasformare una tragedia irreparabile in un evento, pur sempre tragico, ma risolvibile?
Abbiamo tutti sott’occhio la sequenza temporale ormai tragicamente nota di ogni terremoto: prima il cordoglio nazionale, gli interventi di politici e di volontari, poi le promesse di risolvere la situazione con una pioggia di aiuti, poi i progetti più o meno faraonici, poi più nulla: esistono situazioni di emergenza che si protraggono da decenni.
È questo evidentemente un compito troppo complesso e pesante per una stato, anzi una burocrazia, incapace anche di gestire il quotidiano, figuriamoci le emergenze.
Perché allora non introdurre un’assicurazione obbligatoria per le catastrofi naturali: estesa a tutto il Paese, di importo diverso a seconda della classe di rischio? Non sarebbe molto diversa dall’assicurazione obbligatoria contro gli infortuni o contro i danni causati alla guida di un autoveicolo; l’importo sarebbe modesto dato che il rischio è molto ridotto e risulta spalmato su tutto il Paese.
Alcuni potrebbero dire: un’altra tassa? No, perché la scelta dell’assicuratore sarebbe libera e perché questo porterebbe a un minor impegno dello Stato nella ricostruzione: a suo carico rimarrebbero solo il rifacimento di strade e palazzi pubblici.
Si avrebbe così una ricostruzione a costi e tempi certi perché sarebbero gli stessi interessati a gestirla e una riduzione dell’intervento statale, così spesso costoso, opaco e inefficace
di Angelo Gazzaniga