Sicurezza stradale: bene le multe, meglio la prevenzione

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Aumentano i rischi per i pedoni nelle città: cosa si dovrebbe fare?

First Safety
Si fa presto a dire sicurezza, infatti è uno dei temi ricorrenti e cruciali delle campagne elettorali amministrative, ma spesso la sicurezza di cui si parla è quella nella propria abitazione o in strada, tralasciando il più delle volte quella stradale. Eppure si può parlare di una vera e propria emergenza sicurezza per i pedoni sempre più a rischio nelle città, dove si registra un aumento degli incidenti rispetto alle strade extraurbane. I dati ISTAT e Aci attestano che la crescita nell’ultimo biennio 2014-15 è pari al 4,9% rispetto agli anni precedenti: a pagarne le conseguenze maggiori sono coloro che si spostano a piedi, il cui tasso di mortalità è 4 volte superiore rispetto a chi si trovava in auto nell’istante in cui è stato coinvolto nell’incidente.
La fascia di età più colpita è quella degli anziani, che col loro incedere più lento e meno agile sono un “bersaglio” più fragile da colpire in una viabilità sempre più impaziente e nevrotica. Il picco dei decessi lo si trova tra i pedoni in età tra gli 80 e gli 84 anni, in prevalenza uomini; ma complessivamente il rischio stradale per i pedoni inizia a 70 anni.

Non solo sanzioni
Le responsabilità sulle cause che causano gli incidenti nella maggior parte dei casi, due su tre, sono addebitabili a comportanti scorretti del conducente, tant’è che di recente è stato introdotto il reato di omicidio stradale. Ebbene proprio a seguito di questa innovazione del codice ci si aspettava che nelle città ci fosse un adeguamento della segnaletica stradale volta a disciplinare e prevenire i comportamenti rischiosi quando si è per strada. Invece non si trova nessun tipo di segnaletica nuova, anzi quella in vigore non sempre è facilmente individuabile e chiaramente comprensibile. Per il momento e come al solito fioccano le multe, è il caso di Milano al solito capitale delle multe, dove pare che si stia procedendo con un’operazione mirata proprio a seguito dell’introduzione del reato di omicidio stradale. Per l’amministrazione uscente sarebbe una prevenzione, anche se sembrerebbe più che altro l’ennesima offensiva di sanzioni, con lo scopo di evitare soste pericolose che determinano situazioni potenzialmente a rischio per i pedoni. In sostanza nell’ultimo periodo dopo la riforma del codice si perseguita la “sosta abusiva pericolosa”, ossia per il caso da noi considerato vengono sanzionati molto di più tutti i possibili intralci a chi si sposta a piedi: sosta dell’ auto davanti agli scivoli dei marciapiedi, o addirittura sui marciapiedi, oltre alle soste a ridosso degli incroci e in curva. Perseguire le soste potenzialmente pericolose farebbe parte di una strategia complessiva di protezione sia dei pedoni, gli utenti più deboli della strada, che degli automobilisti. Questi ultimi infatti non hanno ancora ben compreso che il reato di omicidio stradale non è solo associabile a manovre da pirati della strada o a guida in stato di ubriachezza. Ci sono altri elementi che concorrono nella dinamica dell’incidente: ad esempio un pedone che trova intralcio sul marciapiede ed è costretto a scendere sull’area stradale si trova più esposto e potrebbe essere colpito da un’auto alla cui guida distratta c’è un conducente che chatta al telefonino. Proprio perché si è modificato il quadro d’insieme con l’introduzione del reato di omicidio stradale, ci si aspetterebbe una maggior comunicazione nelle scuole e l’introduzione di una segnaletica stradale in ausilio a quella obsoleta, per limitarci all’area milanese da noi sperimentata.
Del resto appartiene proprio alla Lombardia il record negativo dei pedoni travolti lo scorso anno, 18, di cui il 4,6% nell’area milanese.

In Italia si “investe” poco in sicurezza stradale e sui comportamenti meno a rischio dei pedoni.
Posto che la sanzione non equivale a fare prevenzione, dato che salgono di numero sia le sanzioni che gli incidenti, ricordiamo che per il “Global Status Report on Road” l’Italia non “investe” in sicurezza e manutenzione stradale. Gli stanziamenti per la sicurezza stradale sono così bassi da noi, circa un euro l’anno procapite ben al di sotto della media europea, a cui corrispondono finanziamenti altrettanto scarsi pari a un decimo di quella europea, gran parte provenienti dal tesoretto che i Comuni incassano dalle multe. Tuttavia, a un mese dalla circolare ministeriale che introduce il delitto stradale, siamo solo al punto di partenza e non certo a un traguardo: bisognerebbe intervenire oltre che sugli automobilisti anche sui comportamenti rischiosi dei pedoni.
Uno studio americano pubblicato da “Injury prevention”ha rilevato che in una certa area degli Usa i pedoni rimasti feriti mentre portavano le cuffie per ascoltare musica sono triplicati in sette anni, in prevalenza under 30 con una mortalità nel 70% dei casi ( 47 incidenti). Va ricordato che se come detto i due terzi degli investimenti sono causati da comportamenti scorretti del conducente, il restante terzo va addebitato proprio ai pedoni, e non solo perché ascoltano musica. Oltre alla condizione acusticamente isolata contribuisce alla loro cronica distrazione anche il fatto di usare lo smartphone per consultare mappe leggere email e ricorrere ad applicazioni. Insomma la tecnologia costituisce anche uno strumento di distrazione, che è la causa principale degli incidenti, dei pedoni e a questo punto andrebbe regolamentata con una segnaletica stradale ad hoc senza conseguenze sanzionatorie, dato che non è possibile vietarla in movimento. Questo accade solo per i runners durante le gare agonistiche fin dal 2007, quando si decise di vietare l’ascolto della musica con le cuffiette, ma solo perché considerata alla stregua di un doping per la sua capacità di estraniarsi dalla fatica e non solo.
Insomma c’è ancora molto da fare per la sicurezza stradale a Milano non basta solo sanzionare: 182000 multe solo nel primo bimestre 2016 con la previsione si superare il milione di sanzioni dello scorso anno.

Cesare Balbo

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