Una piccola storia può servire a capire come si possano affrontare in modi molto diversi due situazioni simili.
Circa un decennio sia per il teatro Metropolitan di New York sia per la Scala di Milano è iniziata la crisi: aumento dei costi, riduzione degli aiuti pubblici, impossibilità di aumentare il numero di repliche…
Al Metropolitan hanno reagito in modo tipicamente liberista: hanno cercato nuovi modi per reperire fondi: si è studiata la possibilità di utilizzare, grazie alle nuove tecnologie, i cinema per proiettare in diretta le opere del teatro americano. Attualmente le opere del Metropolitan vengono proiettate contemporaneamente in 1400 cinema in tutto il mondo (comprese da quest’anno alcune sale italiane), con un aumento esponenziale degli incassi.
Alla Scala invece la reazione è stata quella tipica di un ente assistenzialista e statalista: tagli indiscriminati degli investimenti, scioperi, proteste perché lo Stato “uccide la lirica” ecc. ecc., con conseguente peggioramento nella qualità e nel numero delle repliche…
E’ una situazione che accumuna praticamente tutti i teatri lirici italiani e non si vedono vie d’uscita. Per una serie di veti incrociati, ripicche, interessi di casta non si riesce a trasmettere in alcun modo neppure la prima della Scala: un evento di risonanza mondiale che potrebbe avere un pubblico pagante vastissimo.
Anche in questo caso (marginale? non pare) si vede come solo un vero approccio liberista possa creare ricchezza, nuove possibilità di lavoro e sviluppo. L’approccio assistenzialista e statalista porta – e si vede quanto spesso accade – a lottare per dividersi risorse sempre più magre, senza dare alcuna opportunità di crearne altre.
Angelo Gazzaniga
Portavoce dei Comitati per le Libertà