La società americana, pur in un momento di difficoltà, resta un esempio di integrazione ed efficienza
Vinta la guerra fredda, caduto il muro di Berlino, nel 1989 gli Usa erano l’unica superpotenza, avevano la prima economia delmondo ed erano guardati con ammirazione e rispetto da una parte consistente dellapopolazione mondiale.
Poi, il quadro generale è cambiato per alcuni errori strategici in politica estera, per la crescita della Cina e di altre nazioni e per la reazione ad una qual sudditanza psicologica agli Usa di alcuni paesi. Anche europei, che pur devono agli Usa la felice conclusione della seconda guerra mondiale e sono tutt’ora difesi da eventuali follie guerresche del dittatore Putin da consistenti presenze militari e dall’ombrello missilistico Usa.
Ora, anche a seguito della nomina di un presidente al di fuori delle tradizioni, è diventato di moda criticare gli Usa anche per la sua politica interna. E l’argomento principe e la limitazione degli immigrati voluta dall’amministrazione Trump, con accuse di razzismo e simili. Limitazione di cui, in Usa, si è già dibattuto e polemizzato anche in passato,per esempio all’inizio delnovecento per i troppi Italiani ( negli anni 1910-1915 ne sono arrivati 1.104.833 – dati Us Department of Commerce ) o dopo la seconda guerra mondiale, quando vi era paura di infiltrazioni comuniste, come ora vi è quella di infiltrazioni terroriste.
Nel1990 la popolazione Usa era di 248,7 milioni, ora è di 327 milioni. I nati all’estero nel 1990 erano 19.8 milioni,
il 7,9 %, , sono ora 43.7 milioni, il 13,5 %. Mentre gli illegali sono stimati attorno a undici milioni. La popolazione per nascite o immigrazioni, al netto delle morti, aumenta di una unità ogni diciotto secondi. I cittadini di etnia bianca sono ora circa il 63 %, i latino-americani il 18 %, gli afroamericani il 13 %, altre etnie il 6 %. (Dati US Census Bureau).
Nel 1960 solo il 3,5 % degli afroamericani aveva un diploma di scuola superiore, ora sono il 22,5 %.
Gli eletti delle minoranze nelSenato e nella Camera dei Rappresentantierano 32 nel 1981, sono ora 104. (Dati CNN).
La popolazione e l’economia degli Usa sono alimentate, da sempre, anche dagli immigrati e la sua popolazione è un calderone nel quale c’è un campionario di ognietnia, vizio e virtu’ umana. Calderone che continuerà ad aumentare, c’è ancora tanto spazio, anche considerando che per densità di popolazionegli Usa sono al 185° posto nelmondo (l’Italia è al 68°). Calderone tenuto assieme,oltre che dalla Costituzione e dalle leggi, anche dal « valore », sentito da molti, di essere cittadino statunitense, valore che, di fronte ad eventi importanti come guerra o terrorismo, si manifesta anche nel patriottismo.
Come dopo l’attacco giapponese a Pearl Harbor del 7-12-1941 o l’attentatoalleTorrigemelle dell11-9-2001, alcuni giorni dopo il quale, durante una affollatissima manifestazione con tanti politici e personalità dellospettacolo in uno stadio di New York, i rappresentanti di tutte le religioni fecero il loro discorso terminando nel :God bless the USA.
E, pur nel divario delle varie opinioni e in duri scontri politici, con alti e bassi, la società nordamericana è capace di risolvere nel tempo i problemi del mettere assieme ed assimilare tante dicersità che danno alla società americana,dinamismo, voglia di faree la rendono altamente competitiva.
L’economia Usa è stata superata dalla Cina come valore globale, dati i suoi 1.38 milioni di abitanti ( non come reddito pro capite, che in Cina è ancora molto basso) ma continuerà a crescere anche grazie agli immigrati.
Una forza di coesione dei cittadini americani sono anche le forze armate, delle quali possono far parte anche cittadini non statunitensi legalmente residenti. I militari effettivi di tutte le forze armate (attivi, riservisti e paramilitari) sono2.227.200 (dati ISIS -IstitutoInternazionale di StudiStrategici) quindiunapercentuale di circa lo 0,68 % della popolazione serve il paese in armi.
E, sempre secondol’ISIS, il budget militare 2016 degli Usa è stato di $ 593,4 miliardi, che si confronta con quellodellaRussia al 46.9, della Cina al 143,6 e, ultima arrivatanella corsa ad armarsi, dell’Arabia Saudita all’81,5. Il budget militare degli Usa è superiore al totale di tutti gli altri paesi e viene speso anche per armamenti che altri non hanno, come i satelliti spia e per numerose basi militari nelmondo.
Altro dato interessante, gli aiuti all’estero nel2015 sono ammontati a $ 30,9 miliardi per gli Usa contro 1,1 per la Russia; il dato cinese non viene comunicato.
GliStatiUniti d’America non saranno piu’ la superpotenza di un tempo, nè la maggiore economia, ma per il dinamismo della sua societàche non cesserà di essere alimentato da tanti nuovi arrivi e per l’ineguagliata potenza militare, il mondo dovrà continuare a fare i conti con essi.
di Ettore Falconieri