La recente proposta di porre una tassa sugli extraprofitti delle banche ha avuto una motivazione ben precisa: con il rialzo dei tassi le banche ne hanno approfittato alzando immediatamente i tassi negativi e modificando in misura ben minore la remunerazione dei depositi dei clienti. Questo ha portato a ingiusti guadagni delle banche nei confronti dei clienti che già uscivano da un periodo difficile quale quello del covid.
Ma perché in questa operazione alla “Robin Hood” che toglie ai ricchi (le banche) per dare ai poveri (i clienti) non ci sono le Poste? Anch’esse fanno attività bancaria prestando soldi (attraverso la CdP) e ricevendo depositi. Anche loro hanno approfittato della situazione facendo aumentare molto lentamente i tassi attivi: anzi li hanno aumentati in misura minore di molte banche con l’aggravante che chi deposita soldi in Posta sono spesso proprio i ceti più deboli e più colpiti dalla crisi.
Due pesi e due misure!
Altro che distorsione del mercato, qui si tratta di abuso di posizione dominante e conflitto di interessi in cui chi fa le leggi è anche proprietario di una delle imprese interessate!
di Angelo Gazzaniga