Trump si, Trump no. In attesa dei soui primi atti da Presidente i commenti oscillano dalla speranza al terrore. Ecco una voce di speranza!
Va di moda, a pochi giorni dall’insediamento di Donald Trump alla Casa Bianca, deridere il tycoon newyorkese o – ancor peggio – prevedere disastri nella sua gestione della politica estera Usa. Qualche motivo in effetti c’è, ove si rammenti la vaghezza e l’imprecisione di alcune sue dichiarazioni in materia. E sono in parecchi a rimpiangere Hillary Clinton la quale, nonostante l’antipatia che la circondava, in questo campo aveva le idee chiare (il che, ovviamente, non significa condivisibili).
Alla perplessità di cui sopra si può a mio avviso rispondere in modo semplice e secco. Può Donald Trump fare peggio della coppia Barack Obama/Hillary Clinton? In altri termini, è plausibile ritenere che il vincitore delle elezioni, che siederà tra poco nello Studio Ovale, riesca a combinare disastri maggiori di quelli causati dal primo Presidente afroamericano della storia e dalla ex Segretario di Stato ed ex First Lady?
Naturalmente per dire cose simili occorre distaccarsi dall’opinione corrente – diffusa soprattutto in tutte le variegate sfumature della sinistra italiana, europea ed americana – secondo cui Obama è stato un grande Presidente e Hillary Clinton un geniale Segretario di Stato. “Obama il grande”, recita per l’appunto il titolo di un recente libro di Massimo Teodori.
Dove stiano la grandezza e la genialità lo sanno solo Teodori e quelli che la pensano come lui. Inclusi, com’è noto, tanti esponenti della sinistra europea che avevano scommesso a occhi chiusi sulla vittoria della ex First Lady. In prima fila il nostro Matteo Renzi che, ancora premier, aveva chiesto in privato alla Clinton di proteggere l’Italia e l’Europa da Donald Trump, salvo vedere poi rivelata alla stampa tale richiesta.
Mi chiedo perché non dare a Trump il tempo di prendere formalmente possesso della sua carica accordandogli fiducia. Coscienti che, dopo tutto, veniamo dal disastro obamiano e clintoniano, vale a dire da un periodo in cui gli Stati Uniti d’America hanno perduto gran parte del loro prestigio all’estero. Un periodo – mette conto aggiungere – nel quale le ultime due amministrazioni Usa hanno sempre dimostrato un’ambiguità di fondo nei rapporti con il mondo islamico, ambiguità che poi si è sentita anche nella lotta contro il terrorismo.
No, Donald Trump non potrà fare peggio di così. Dopo tutto è un uomo d’affari abituato alla concretezza ed è probabile che in tempi brevi, nonostante il pessimismo di molti, riesca pure a chiarire il suo rapporto con Putin. Certo Trump è un conservatore che nulla ha a che fare con il “politically correct” così caro a Obama e alla Clinton. Ma proprio per questo merita di essere giudicato sui fatti, e non in base a meri pregiudizi. Lo slogan obamiano “Yes we can” si è dimostrato vuoto e inutile. Auguriamo maggiore successo a quello di Trump: tutti desideriamo che l’America torni a essere grande.
di Michele Marsonet