Ennesimo scandalo nei partiti: il tesoriere della Margherita si è tranquillamente appropriato di 13 milioni di euro e (scandalo nello scandalo!) ha proposto un patteggiamento: restituisco 5 milioni, mi condannate ad un anno (ovviamente con sospensione della pena ecc.) e tutto finisce li: forse sarebbe il caso di proporlo a quanti sono in carcere in attesa di un giudizio che non arriva o si sono suicidati perché non erano in grado di far fronte ai propri impegni…
Mas lo scandalo vero non è il comportamento di questo o quel politico: è il sistema del finanziamento pubblico ai partiti
Un sistema che si regge su due pilastri:
- il rimborso delle spese elettorali (ex finanziamento ai partiti abolito con referendum e ritornato sotto altro nome);
- i contributi ai giornali di interesse politico (cioè ai giornali di partito o di corrente, che ottengono cospicui finanziamenti purché siano gestiti da una cooperativa, abbiano fini politici, rappresentino almeno cinque deputati, siano stati accettati da una commissione della Presidenza del Consiglio. Non occorre molta fantasia per capire come funzioni il meccanismo….. ).
Questo ci è costato più di un miliardo di euro in tre anni.
Noi Comitati da sempre sosteniamo che una situazione del genere si possa risolvere solo con la democrazia diretta:
- abolendo una volta per tutte il finanziamento pubblico ai partiti: i partiti dovrebbero finanziarsi attraverso i contributi dei singoli cittadini che potrebbero detrarli dalla dichiarazione dei redditi. Questi contributi dovrebbero avere un limite massimo, essere iscritti in elenchi pubblici, affinché ognuno possa sapere quanto viene dato ai partiti e da chi il contributo pubblico dovrebbe essere rappresentato dalla possibilità di accesso gratuito ai media, alle televisioni, alle spedizioni postali durante il periodo elettorale;
- dando effettivo valore ai referendum: è questo un argomento su cui è opportuno che si esprima il singolo cittadino, non solo attraverso un referendum abrogativo che può essere facilmente aggirato con il falso scopo di evitare la “vacatio legis” , ma soprattutto con la possibilità di fare referendum propositivi;
- con un sistema elettorale (noi proponiamo il maggioritario a collegio uninominale con primarie obbligatorie e certificate) che permetta ai cittadini non solo di scegliere i propri canditati, ma di giudicarli alla fine del mandato: ci sarebbero forse meno omertà e noncuranza tra i politici che sanno di dover rendere conto del proprio operato (o della propria negligenza) ai cittadini alla fine del mandato.
Nel frattempo si potrebbe per lo meno far controllare i bilanci dei partiti dalla Corte dei Conti: si tratta si di enti privatistici, ma che utilizzano e vivono con fondi pubblici (in che maniera gestiti!).
Sono però modifiche da decidere in tempi brevi: altrimenti aumenta il rischio che nell’opinione pubblica si faccia strada una domanda: ma a che servono i partiti? a che servono i politici?
Un sospetto deleterio: in qualsiasi democrazia partiti e politica sono una necessità, non un lusso.
Angelo Gazzaniga
Portavoce dei Comitati per le Libertà