Un giudice (tale #ErnestoAtanasio, per non far nomi) ha accumulato a Santa Maria Capua Vetere un record di 214 sentenze non redatte nei termini (estremamente laschi, tra l’altro); spostato per motivi disciplinari come Giudice di Sorveglianza a Perugia nel 2021 ha accumulato altri 800 provvedimenti non depostati entro l’anno.
Posto in stato d’accusa dalla Procura Generale della Cassazione si è difeso dicendo che la sua vera passione è scrivere poesie e che ha avuto un blocco mentale perché “Nonostante avessi chiesto di essere assegnato a funzioni penali — ha urlato davanti al Csm — sono stato schiantato sul ruolo più incommentabile e inqualificabile del Civile di Santa Maria Capua Vetere”
Nessuno può mettere in discussione le preferenze di chiunque ma ci immaginiamo cosa succederebbe se un giorno scoprissimo che il nostro treno (o un bus o un aereo…) non parte perché il macchinista, che non ama il suo lavoro, sta scrivendo una poesia?
Ebbene quello che verrebbe giudicato un attacco di follia è successo a un giudice rimasto regolarmente in carriera per anni.
Non si tratta di introdurre la meritocrazia nella giustizia (che sarebbe una cosa sacrosanta), ma semplicemente di applicare quelle regole che valgono per tutto il resto del mondo civile.
Altrimenti nessuna riforma della Magistratura potrà servire
di Guidoriccio da Fogliano