Dal giorno in cui i risultati elettorali sono stati chiari circolano le più diverse e disparate ipotesi di accordi per la formazione di un nuovo governo. Un patto tra Pd e M5S? Sì, no, forse, vediamo. Un governo di scopo? Mah, tutti i governi dovrebbero avere uno scopo! Un governo di larghe intese? No, in Italia vorrebbe dire inciucio. La fantasia dei politici e le speculazioni mediatiche come al solito non si fanno attendere.
I Comitati per le Libertà propongono un governo con pochi punti ma chiari, ai quali in questi anni tutte le forze politiche responsabili si sono richiamati senza tuttavia far nulla per realizzarli. Ma vediamoli in concreto:
- Una nuova legge elettorale in senso maggioritario a doppio turno o a turno unico con divieto di candidature multiple. La condicio sine qua non? L’introduzione di vere primarie per tutti i partiti garantite dalla legge.
- Nuova forma di governo in senso semi-presidenziale o presidenziale.
- Monocameralismo con abolizione del Senato. Una sola Camera con circa 500 deputati.
- Abolizione delle provincie, delle Comunità montane, delle Authority e degli enti inutili. Maggiori poteri ai comuni.
- Abolizione del quorum per i referendum. Introduzione di referendum propositivi e consultivi.
- Liberalizzazioni, abolizione degli Ordini professionali e del valore legale del titolo di studio.
- Compensare le tasse che le imprese devono versare allo Stato con i crediti che queste vantano verso lo stesso.
- Riforma del diritto del lavoro: abolizione dei contratti a termine (se non per quei lavori che richiedono mansioni di carattere stagionale) e introduzione del contratto unico a tutela progressiva sul modello francese.
- Riforma della magistratura: separazione delle carriere dei magistrati e avanzamento di carriera per merito.
- Diritti civili: introduzione del divorzio breve, riconoscimento e tutela delle coppie omosessuali, approvazione del testamento biologico.
Pochi punti ma chiari insomma. Il futuro Governo e il nuovo Parlamento potranno realizzare quanto auspicato? E’ difficile ma è d’obbligo in questo momento sperare con un cauto ottimismo.
Renato Cantagalli