Tutti abbiamo ancora davanti agli occhi la fotografia dei camion con gli ulivi da trapiantare scortati dalla polizia e bloccati dai bambini stesi davanti in Puglia.
Una fotografia che non avremmo mai voluto vedere perché rappresenta quanto di peggio riescono a fare in certi casi la politica e l’informazione.
Non l’avremmo mai voluta vedere per due motivi:
- innanzitutto perché è l’immagine di come in Italia il populismo e il localismo vengano sempre più considerati carta vincente dalla politica. È risaputo di come l’Italia non abbia fonti energetiche proprie e ne debba importare gran parte. E quindi, mentre Trump riapre all’utilizzo delle energie fossili, in Puglia vediamo come ci si mobiliti contro un approdo di un gasdotto che implicherebbe lo spostamento di un migliaio circa di ulivi. Ovviamente non si parla di petrolio o di carbone (fortemente inquinanti) o di centrali di degassificazione (a cui naturalmente la Regione Puglia si oppone con altrettanta decisione), ma di un approdo di un tubo che permette di far arrivare gas naturale dall’Asia centrale; un modo per diversificare e garantire l’approvvigionamento del combustibile meno inquinante: il gas. Non parliamo neppure dell’energia atomica: quella la importiamo dalla Francia a prezzo maggiorato. Quale soluzione propone allora la Puglia (che, non dimentichiamo, è una delle regioni in cui si è maggiormente fatto scempio delle coste) per risolvere i problemi energetici del Paese: ma che diamine, l’energia rinnovabile; che però si ottiene o dal vento (l’energia eolica che presuppone centinaia di torri osteggiate perché disturbano il paesaggio) o dal sole (con pannelli fotovoltaici che richiedono vaste superfici di terreno: altro che spostare un migliaio di ulivi!).
E’ la consueta politica miope e interessata che guarda solo ai propri interessi elettorali, al consenso spicciolo, a non risolvere i problemi se non attraverso il consenso unanime, a non modificare nulla per mantenere le rendite di posizione; il peggio della politica. - L’altro motivo è ancora più triste: è il vedere utilizzati dei bambini, che dovrebbero innanzitutto imparare a capire, vedere e giudicare, come mezzo per ottenere qualcosa che non capiscono e comprendono, a comportarsi in modo passivo e acritico. Bambini che cresceranno con la convinzione che lo Stato è un nemico con cui lottare, non qualcosa che è fatto da loro, di cui sono parte attiva; bambini che diventeranno dei perfetti sudditi e dei pessimi cittadini.
Che bell’esempio ci dà Emiliano!
di Angelo Gazzaniga