Una proposta semplice quanto a costo zero: permettere ai cittadini di controllare le follie dei comuni!
In questi giorni solo un quotidiano (il “Fatto quotidiano”) ha riportato un sunto parziale del rapporto presentato dal (ex) responsabile della “spending review” Carlo Cottarelli.
In questo stralcio vengono indicate le spese che i comuni italiani affrontano per avere alcuni servizi: le spese telefoniche annuali vanno da 1 euro a 3000 euro per dipendente, le spese per pulizia locali da 20 a 600 euro per metro quadro … e così via!
Si tratta di differenze assurde più che macroscopiche, indicative del caos e degli sperperi che regnano nella gestione della finanza locale.
Sono dati utilissimi per comprendere certe dinamiche ma che sono privi di un dato fondamentale: il nome dei comuni che hanno questi costi.
Perché?
Non certo per rispetto della privacy: sarebbe come non pubblicare la distinta delle spese di un condominio per salvaguardare la privacy dell’amministratore.
Forse per non ingenerare un senso di sfiducia nei cittadini? Ma cosa più del mistero e dell’opacità nei conti può suscitare sospetti e diffidenza?
Forse è solo incapacità e inefficienza della pubblica amministrazione.
Oppure implicita connivenza e la solita abitudine di considerare gli italiani sudditi da lasciare nell’ignoranza piuttosto che cittadini da informare?
Una cosa sola è certa: sarebbe un bell’esempio di quella democrazia diretta (la vera democrazia diretta da sempre chiesta da Libertates e non quella fasulla attualmente così di moda) che sola potrebbe far funzionare meglio gli enti locali.
Spetta infatti ai cittadini sapere come vengono spesi i loro soldi per poter meglio valutare e giudicare i propri rappresentanti e agli amministratori locali giustificare e spiegare certe differenze (che non necessariamente sono risultato di inefficienza o malversazioni, ma spesso di situazioni contingenti).
Infatti alla base di ogni vera democrazia ci devono essere conoscenza e trasparenza: sarebbe un’operazione a costo zero che porterebbe vantaggi a tutti: ai cittadini che potrebbero controllare, agli amministratori che non sarebbero bersaglio di sospetti più o meno fondati, allo Stato che risparmierebbe e controllerebbe le spese dei Comuni senza ricorre a Corte dei Conti o altro.
Perché allora nessuno lo chiede?
Angelo Gazzaniga