Tutti noi ricordiamo la situazione energetica italiana all’inizio dell’aggressione all’Ucraina: l’Italia era il Paese che più dipendeva (assieme alla Germania) dalle forniture di gas russo perché il 40% delle importazioni arrivava da là. In brevissimo tempo Putin iniziava a tagliare progressivamente le forniture (chi non ricorda la chiusura del Nord Stream?) e ad alzare il prezzo che da 30 euro al Megawatt saliva a 300 euro: una situazione a dir poco drammatica e foriera di una crisi epocale.
Ebbene, dopo neppure due anni, le importazioni di gas dalla Russia sono scese al 4% del totale, il gas liquefatto è arrivato al 10% delle importazioni, abbiamo ridotto i consumi e la tanto paventata crisi è stata superata.
Chi dobbiamo ringraziare? Una volta tanto la sagacia e la prontezza dei governi italiani (o dell’Eni?) che hanno saputo diversificare le forniture meglio e più velocemente di altri Paesi e il mercato.
Ma perché il mercato? Perché solo la possibilità di rifornirsi da produttori diversi (il gas liquefatto è stato acquistato in USA e ora anche in Egitto) ci ha evitato di farci strangolare da un unico fornitore. Ed è proprio questo il bello del mercato libero.
di Angelo Gazzaniga