Nei prossimi mesi scade il contratto di servizio per i servizi ferroviari locali tra Regione Lombardia e Trenord.
Contrariamente a quanto stabilito dall’Unione Europea (che ha concesso di prorogare fino al dicembre 2023 l’assegnazione senza gara per 10 anni) non si farà nessuna gara: il servizio verrà assegnato con una trattativa privata a Trenord: società nata dalla fusione tra Ferrovie Nord e Trenitalia servizi regionali con il solo scopo di evitare una gara tra le due società.
Ciò nonostante il servizio di Trenord vada via via peggiorando (basti vedere come dopo tre settimane dall’interruzione della linea Lecco-Colico non siano riusciti ancora a organizzare un efficiente servizio di trasbordo) e Italo, società che gestisce in concorrenza l’alta velocità, si sia ripetutamente offerta di concorrere ad una gara per i servizi locali.
Niente da fare: le gare per assegnare il servizio sono viste come la peste. Si badi bene che si parla di gare per l’assegnazione di un servizio in esclusiva e non di liberalizzazione “selvaggia”.
Perché? evidentemente sull’efficienza del servizio, la soddisfazione degli utenti e gli eventuali, ma probabili, risparmi fanno aggio la possibilità di gestire costi e investimenti, assumere chi si vuole e, perché no, assegnare ricche prebende e consulenze ad amici e politici bocciati alle elezioni.
Un’abitudine che contraddistingue da sempre la politica locale, vero buco nero della politica italiana e a cui c’è un solo rimedio: rendere più diretto il rapporto tra elettori ed eletti, che dovrebbero poter esser giudicati dagli elettori.
Come? Attraverso un sistema elettorale che permetta di scegliere candidati, programmi e poi giudicarli dai risultati
di Guidoriccio da Fogliano