Vince Lenin in Equador (ma non quello là…)

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Con la vittoria di Lenin Moreno (nomen omen…) l’Equador riparte: bastasse un nome!

Lenin vince ancora, ma naturalmente non Ilich Ulianov bensi Lenin Moreno. Già vicepresidente con Rafael Correa, già’ delegato speciale per i problemi degli invalidi per le Nazioni Unite, nominato da Ban Ky Moon, ha vinto il ballottaggio delle elezioni in Equador.
Avrà influito il nome? Lenin Moreno ha 63 anni ed è laureato in amministrazione pubblica presso l’Università’ Centrale di Equador, e ha perso l’uso delle gambe nel 1998 per aver ricevuto uno sparo alla spina dorsale mentre si difendeva da un assalto di ladri di strada: quindi deve muoversi con una sedia a rotelle. Cofondatore con Correa del raggruppamento poltico “Alianza Pais” con la Revolucion Ciudadana (la Rivoluzione dei Cittadini) come programma.
Sta festeggiando tutto il Continente, dopo che la destra aveva vinto in Argentina e in Brasile, avesse vinto anche in Equador sarebbe stata una battuta d’arresto per per la “Patria Grande” come chiamano l’integrazione regionale, parafrasando Simon Bolivar. Cosi come ormai tutti usano il termine coniato da José’ Martì’ “Nuestra America”, per sottolineare che il Continente deve essere dei popoli e non dei potentati economico-militari. Quel semplice “Nostra” sta per antimperialista. Il principale antagonista era Gullermo Lasso, un banchiere multimilionario, con conti astronomici nei paradisi fiscali come si è scoperto dalle cosiddette “Carte di Panama”
Correa aveva vinto facile dopo che i governi precedenti avevano portato il Paese alla rovina, nessuno dei Presidenti eletti completava più la legislatura, appena insediati i vincitori cominciavano a rubare a man bassa e poi si dimettevano, privando il Paeseo perfino di una moneta propria. Tuttora in Equador l’unica moneta in corso e’ l’Usd, e cioè il dollaro statunitense. Quindi si può capire come sia sentita la questione della sovranita’ nazionale. Rafael Correa ha completato due legislature e, avendo copiato la Costituzione degli Usa, come quasi tutti i Paesi del Continente, non poteva piu’ presentarsi, ma nei 10 anni di suo governo ha risollevato l’Equador, pur col crollo dei prezzi del petrolio e un disastroso terremoto.
Dai dati Onu possiamo leggere che ha ridotto la poverta’ estrema dal 52% della popolazione al 22%, ha ridotto l’analfabetismo dal 40% a sotto ai 10% e ha dato assistenza sanitaria al 90% della popolazione. Naturalmente con l’aiuto di alcune centinaia di maestri e medici cubani.
E quando comincio’ ad attuare il programma della Revolucion Ciudadana anche contro di lui, come nel caso di Chavez, tentarono il Colpo di Stato. Fu di breve durata, alcune ore, poi i militari fedeli alla Costituzione lo liberarono. Lenin Moreno col vicepresidente Jorge Glas, ne rappresentano la continuità.
I festeggiamenti sono iniziati cantando tutti insieme, i Presidenti e la popolazione in piazza, (pare siano tutti cantanti da quelle parti) quella canzone degli Inti Illimani “El pueblo unido jamas serà vencido” (Il popolo unito giammai sarà vinto) per poi al culmine della festa intonare “Hasta sempre comandante Che Guevara”. Rafael Correa, economista, uno dei rari di di sinistra, fu tra i pochi, invitati a prendere la parola, ai funerali di Fidel.
Anche Cuba credo abbia tirato un sospiro di sollievo, con la vittoria di Moreno, dato che l’Equador fa parte del blocco economico-politico piu’ solido della regione, fondato da Chavez assieme a Fidel, ALBA-TCP, (Alleanza Bolivariana delle Americhe – Trattato Commerciale dei Popoli) dal quale quasi sicuramente il governo di destra si sarebbe ritirato. Dico quasi sicuramente perché Lasso aveva annunciato l’abbandono della UNASUR, blocco economico finanziario dei Paesi del Sudamerica, quindi con dentro anche i governi di destra di Argentina e Brasile, senza mai menzionare l’ALBA-TCP. Ma di Cuba, stranamente nessuno dei governi di destra dice più alcunché. Un po di anni fa ne dicevano da forca e da galera e ora niente. Forse pensano ancora alla dichiarazione di Chavez dopo la prima vittoria elettorale nel ’99, che disse: “i miei nemici hanno trasmesso un infinita’ di volte sulle loro reti televisive il mio primo abbraccio con Fidel nel 94 pensando di togliermi dei voti, invece me ne hanno aggiunti”.
Adesso aspettiamo i prossimi assalti della destra oligarchica che diversamente dalla sinistra che quando ha perso se ne e’ stata zitta, non si arrende mai, come sta avvenendo in Venezuela.
Come disse il Che nel celebre discorso alle Nazioni Unite: “Americalatina he hechado andar….” adesso potremmo dire che ha ripreso la marcia per il progresso proprio e del mondo.
Cosi le cose da queste parti, e che ognuno tragga le sue proprie conclusioni.

di Giancarlo Guglielmi

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Giancarlo Guglielmi
Giancarlo Guglielmi che vive a Cuba da molto tempo, oltre a informare e commentare gli avvenimenti più importanti che si svolgono da quelle parti, offre consulenze per chi fosse interessato a eventuali investimenti a Cuba, o semplicemente per tour personalizzati dell’isola. Chi volesse entrare in contatto puo’ farlo attraverso la email: giangi.riha@gmail.com

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