Cosa succede in Brasile? Gli avvenimenti visti da sinistra
Alcuni decenni fa la destra oligarchica ricorreva al colpo di Stato per far fuori il governo progregssista, (come con Allende in Chile) ma i tempi sono cambiati, col golpe si viene ripudiati dagli organismi internazionali, derisi e villipesi ad ogni angolo del mondo, allora e’ meglio optare per il “colpo di Stato bianco”, e cioe’ provare “l’impeachment”, come insegnano gli americani.
E’ riuscito con Lugo, eletto Presidente del Paraguay, ex prete, alquanto ingenuo, fatto fuori dal Parlamento. Adesso ci stanno provando con la Presidente del Brasile Dilma Roussef.
Con Chavez non ci riuscirono, né col “golpe” né con l’impeachement, una prima volta nemmeno con Maduro, ma ci stanno riprovando, non ci sono riusciti né con Evo Morales in Bolivia, né con Rafael Correa in Equador, ma adesso e’ il turno di Dilma.
La cosa piu’ curiosa è che non l’accusano di corruzione, né di appropriazione indebita, né di falso in bilancio, bensì di aver manipolato il bilancio dello Stato per farlo risultare positivo, ossia di non aver incolonnato le cifre al posto giusto. E poi, l’accusano di non essere un uomo.
Quest’ultima accusa naturalmente non vien detta esplicitamente, ma nei discorsi dell’opposizione viene ricalcato il suo essere donna. Tant’è che lei ha pensato bene di richiamare Lula nel suo governo, subito bloccato da un altro tentativo di farlo passare per illegale, mentre la Costituzione non vieta,agli ex presidenti di fare i ministri in altri governi.
(Che dovreste dire voi, lì in Italia, visto che Andreotti fu presente in 27 governi di varie salse, da Presidente del Consiglio a Ministro degli Interni, degli Esteri, eccetera)?
Insomma, anche in Brasile la vecchia oligarchia che teneva tutto il potere, economico, politico e militare, costretta dai governi progressisti di Lula e Dilma Roussef a pagare un pò piu di tasse, a non poter più far sparire dirigenti sindacali o oppositori senza conseguenze, ha raffinato i metodi e si è lanciata alla riscossa.”
I governi di Lula e Dilma hanno portato ben 44 milioni di brasiliani sopra la soglia minima di povertà. (Si ricorderà’ che la definizione di soglia minima di poverta’ e stata decisa dgli organismi delle Nazioni Unite, per definire il limite minimo di alimentazione necessaria alla persona).
Nessuno dei due presidenti è uno sfegatato rivoluzionario alla Chavez, ma alla destra oligachica non va bene lo stesso, se la gente muore di fame perche loro si intascano tutto non gliene importa proprio nulla, e quindi stanno provando tutte le strade per tornare al mondo precedente. Hanno perfino organizzato una manifestazione con cartelli “Fuori Dilma, tornino i militari”, ma a perte che si sono presentati in pochini, le facce ricordavano immediatamente il film di Costa Gravas; “Z l’orgia del potere”, erano le stesse faccie di sottoproletariato comprato per pochi spiccioli e mandato a fare da comparsa. Anche i migliori film a volte si ripetono. Comunque e’ stata talmente ridicola che non l’hanno nemmeno ripetuta.
Nei prossimi giorni vari organismi sia legislativi che giudiziari si pronuncieranno se Dilma Roussef debba dimettersi o no, e quindi si vedrà il nuovo corso della storia brasiliana. E va detto che comunque vada a finire, ha gia prodotto una ripercussione negativa, con la perdita di credibilita’ di questo grande Paese candidato a far parte del Consiglio di Sicurezza del ONU.
di Giancarlo Guglielmi